giovedì 13 agosto 2020

Sampa

 

Sampa - Sara Trementini e Marcelo Solla


Sampa

(Caetano Veloso)

 

Alguma coisa acontece no meu coração
Que só quando cruzo a Ipiranga e a Avenida São João
É que quando eu cheguei por aqui eu nada entendi
Da dura poesia concreta de tuas esquinas
Da deselegância discreta de tuas meninas
Ainda não havia para mim Rita Lee, a tua mais completa tradução
Alguma coisa acontece no meu coração
Que só quando cruzo a Ipiranga e a Avenida São João 


Quando eu te encarei frente a frente não vi o meu rosto
Chamei de mau gosto o que vi de mau gosto, mau gosto
É que Narciso acha feio o que não é espelho
E à mente apavora o que ainda não é mesmo velho
Nada do que não era antes quando não somos mutantes
E foste um difícil começo afasto o que não conheço 

e quem vem de outro sonho feliz de cidade
Aprende de pressa a chamar-te de realidade
Porque és o avesso do avesso, do avesso, do avesso 


Do povo oprimido nas filas nas vilas, favelas
Da força da grana que ergue e destrói coisas belas
Da feia fumaça que sobe apagando as estrelas
Eu vejo surgir teus poetas de campos e espaços
Tuas oficinas de florestas teus deuses da chuva
Panaméricas de Áfricas utópicas túmulo do samba
Mais possível novo quilombo de Zumbi
E os novos baianos passeiam na tua garoa
E novos baianos te podem curtir numa boa

 


Sampa

 

Qualcosa accade nel mio cuore

Che solo quando attraverso il viale Ipiranga e il viale São João ...

È che quando sono arrivato qui non ho capito niente

Della dura poesia concreta dei tuoi angoli

Della discreta ineleganza delle tue ragazze

Non esisteva ancora per me Rita Lee, la tua più completa traduzione

Qualcosa accade nel mio cuore

Che solo quando attraverso il viale Ipiranga e il viale São João

 

Quando ti ho affrontato faccia a faccia non ho visto il mio volto

Ho chiamato di cattivo gusto ciò che ho visto di cattivo gusto, cattivo gusto

È che Narciso crede brutto ciò che non è specchio

La mente è spaventata da ciò non è ancora propriamente vecchio.

 Niente di ciò che non era prima che fossimo mutanti

E fosti un difficile inizio, respingo ciò che non conosco

e chi viene da un altro sogno felice di città 

Impara in fretta a definirti realtà

Perché sei il rovescio del rovescio, del rovescio, del rovescio

 

Dalla gente oppressa nelle file, nelle case operaie, nelle favelas

Dalla forza del denaro che erge e distrugge cose belle

Dal fumo torbido che sale spegnendo le stelle

Vedo emergere i tuoi poeti di campi e spazi

Le tue officine di foreste i tuoi dei della pioggia

Panaméricas de Áfricas utópicas túmulo do samba

Mais possível novo quilombo de Zumbi *

E i nuovi bahiani passeggiano sotto la tua pioggerella

E nuovi bahiani possono godere di te

 

* ci asteniamo dal tradurre questo verso per rispetto della poesia e della bellezza della lingua portoghese. I “Quilombo” erano piccoli villaggi, rifugio di schiavi fuggiti nella foresta; il più noto è il quilombo capitanato da Zumbí, ex schiavo nero (ndr). 

 

 

 

Era il gennaio del 1978. L’ emittente televisiva Bandeirantes, situata in San Paolo, stava registrando un programma dedicato al cantautore Caetano Veloso. Con l’occasione venne chiesto a Veloso di commentare il 424° anniversario della fondazione della città, che ricorreva il 25 gennaio dello stesso anno. Baiano di nascita, Caetano viveva a Rio de Janeiro ma negli anni ’60 aveva abitato a San Paolo. 

Caetano si mise subito a lavorare alla redazione di una dichiarazione che finì per prendere la forma di una canzone. Le immagini e i riferimenti presenti in Sampa sono molteplici e variopinte come la città alla quale si rende omaggio.

Il titolo è un’abbreviazione del nome della città in Sampache è molto simile alla parola “samba”. In risposta alla pessima accoglienza che Vinicius de Moraes ricevette dal pubblico di un club di San Paolo durante un suo concerto di bossa nova, il poeta definì la città come túmulo do samba, “tomba del samba”. L’espressione non rende giustizia ai numerosi sambisti di rilievo provenienti da San Paolo, come Adoniran Barbosa, cultore del più tipico samba paulistano, o il suo fervido seguace, lo scienziato Paulo Vanzolini autore del tragico samba-canção Ronda. Il finale della melodia di questo brano (“cena di sangue in un bar di Avenida São João”) è riprodotto fedelmente dalla chitarra nell’introduzione di Sampa.

Caetano aveva abitato all’incrocio tra la Avenida São Luiz e la Avenida Ipiranga. Nella prima strofa (“alguma coisa acontece no meu coração que só quando cruza a Ipiranga e a Avenida São João”) “Qualcosa accade nel mio cuore / Che solo quando attraverso il viale Ipiranga e il viale São João …” Veloso menziona la Avenida São João da Ronda di Vanzolini e la Avenida Ipiranga, così da creare un legame tra la città a lui straniera e la propria relazione poetica con lo spazio vissuto. Da questo nodo si dipana una sequenza di riferimenti e immagini poetiche.

Il giovane Veloso rivela il suo iniziale straniamento (”foste um difícil começo”). Bahia e Rio de Janeiro con le loro bellezze naturali ed esuberanti sono i suoi punti di riferimento, città completamente diverse da San Paolo (“é que narciso acha feio o que não é espelho”). Il testo non manca di evidenziare le profonde diseguaglianze sociali (“povo oprimido nas filas, nas vilas, favelas”), l’inquinamento(“da feia fumaça que sobe apagando as estrelas”), la speculazione edilizia (“da força da grana que ergue e destrói coisas belas”), problematiche caratterizzanti la metropoli paulista, eppure proprio a San Paolo Caetano Veloso si diresse negli effervescenti anni ’60 per dare il suo contributo alla storia della musica brasiliana e delle arti di quel periodo.

Nel 1967 Caetano è tra i protagonisti del Tropicalismo, movimento convogliante tendenze e influenze nazionali e internazionali – per lo più in ambito musicale, ma in generale in campo artistico – in un calderone di cultura, influenzato soprattutto dal poeta paulistano Oswald de Andrade e dalla sua Antropofagia Cultural. Oltre al Modernismo brasiliano, a San Paolo Caetano conobbe e riconobbe in Sampa vari nomi di una Letteratura pulsante. La “poesia concreta” dei fratelli Haroldo e Augusto Campos, che insieme a Décio Pignatari costituivano il trio del concretismo (“teus poetas de campos e espaços”); il poeta José Agripino de Paula, autore del libro PanAmérica (“panaméricas de áfricas utópicas”); Jorge Mautner, autore del libro Deus da chuva e da morte (“teus deuses da chuva”).

Sampa menziona inoltre giovani che sorsero contemporaneamente a Caetano, come il gruppo paulistano Os Mutantes (“nada do que não era antes quando não somos mutantes”). La più completa traduzione della città è la cantate Rita Lee, astro dei Mutantes, che ebbe poi una carriera di successo da solista. Nel finale la canzone saluta un altro gruppo di giovani amatissimi negli anni ’70, Os Novos Baianos, che poterono percorrere il cammino già aperto da Caetano (“e os novos baianos passeiam na tua garoa e novos baianos te podem curtir numa boa”).

 

 

Testo di Wellington Wella

Traduzione di Sabina Samba

mercoledì 17 giugno 2020

Tiro ao Alvaro

BrèSamba canta Elis - BrèSamba e Eleonora Olivares

Tiro ao Álvaro
(Adoniran Barbosa)

De tanto leva frechada do teu olhar
Meu peito até parece sabe o quê?
Táubua de tiro ao Álvaro
Não tem mais onde furar

Teu olhar mata mais do que bala de carabina
Que veneno estriquinina
Que peixeira de baiano
Teu olhar mata mais que atropelamento de automóver
Mata mais que bala de revórver


Tiro ao Álvaro

Dal tanto prendere frecciate dal tuo sguardo
Il mio petto addirittura sembra sai che cosa?
Tavola di tiro al bersaglio
Non c’è più dove forare

Il tuo sguardo ammazza più di un proiettile di carabina
di veleno stricnina
di un coltello di baiano
il tuo sguardo ammazza più di un investimento di automobile
uccide più di un proiettile di rivoltella


    Anche in questa canzone scorgiamo l’umorismo tipico delle composizioni di Barbosa, che gioca con la quotidianità della gente semplice di São Paulo, per lo più modesti immigrati venuti dall’Italia e dal Nordest brasiliano, di solito operai impiegati nell’edilizia civile o in fabbrica. Come altri brani di Adoniran “Tiro ao Álvaro” non è soltanto un testo semplice e divertente, ma anche una simpaticissima lezione di sociolinguistica! Ben lontano dal portoghese standard, il linguaggio è marcatamente colloquiale e contiene numerose storpiature tipiche della lingua parlata dalle classi meno abbienti, così da riflettere il divario economico, culturale e sociale, particolarmente rilevante in São Paulo, che differenzia gli strati della popolazione. Nella canzone sentiamo frechada, ubua, automóver e revórver, le cui forme corrette, presenti nei dizionari di lingua portoghese sono flechada, tábua, automóvel e revólver. Già il titolo svela l’identità schiettamente “popolare” del brano: “Tiro ao alvo”, l’espressione che indica il tiro al bersaglio, diventa “Tiro ao Álvaro”, dove alvo (bersaglio) è sostituito da Álvaro, nome proprio maschile molto comune in Brasile.

    Un meme molto celebre in rete negli ultimi anni è la frase “O Brasileiro deve ser estudado pela NASA” (Il brasiliano – persona – deve essere studiato dalla NASA). Questo nasce dalla immensa capacità dei brasiliani di inventare cose inutili, ma geniali; è genialmente inutile e allo stesso tempo inutilmente geniale. Un divertentissimo esempio di questa virtù tutta brasiliana è un grafico che mostra l’indice di mortalità nel quartiere del Bixiga (pronuncia “bisciga”).




    Il grafico veramente comprova che il “tuo sguardo” è la causa principale di mortalità nel quartiere.
Il Bixiga è il cuore italiano nella città di São Paulo, il quartiere in cui gli immigrati italiani si stabilirono più di cento anni fa. Il Bixiga è anche il quartiere della più tradizionale “Escola de Samba” di São Paulo, la Vai Vai, ed è il quartiere dove Adoniran Barbosa viveva e dove, nel suo solito bar, incontrava gli amici per bere, chiacchierare, cantare e comporre. Una delle immagini più belle impresse nella storia del Samba Paulista è la passeggiata per il Bixiga di Adoniran Barbosa a braccetto con Elis Regina. Il loro giro termina davanti al Teatro Zaccaro, con Elis che invano tenta di convincere il tradizionalista amico delle moderne virtù della sua amica Rita Lee, che in quel teatro si sarebbe esibita.

BrèSamba - Eleonora Olivares e Sabina Samba 


Testo scritto da Marcelo Solla e Sabina Samba

domenica 22 marzo 2020

Agua de Beber



BrèSamba - Sara Trementini e Marcelo Solla

Água de Beber
(Musica: Tom Jobim - Testo: Vinícius de Moraes)
 
Eu quis amar, mas tive medo
E quis salvar meu coração
Mas o amor sabe um segredo
O medo pode matar o seu coração
Água de beber
Água de beber camará
Água de beber
Água de beber camará

Eu nunca fiz coisa tão certa
Entrei pra escola do perdão
A minha casa vive aberta
Abri todas as portas do coração
Água de beber…

Eu sempre tive uma certeza
Que só me deu desilusão
É que o amor é uma tristeza
Muita mágoa demais para um coração
Água de beber…
 

Acqua da bere

(Alessandro Calabrese)

 

Io voglio amare ma ho paura 

che si ferisca il cuore mio,

ma c'è un segreto nell'amore:

La paura può uccidere un cuore per sempre

Agua de beber,

Agua de beber, camará

 

Ho fatto una cosa giusta 

la scuola del perdono che 

la mia casa tiene aperta 

e apre tutte le porte del cuore

 

Pensavo che tutto l'amore 

fosse tristezza e falsità 

Ma proprio questa mia opinione

Ha fatto diventare falsa anche la verità. 


Vinicius de Maoraes



“Poeta, poetinha vagabundo

Quem me dera todo o mundo fosse assim feito você”

 

La citazione è della canzone “Samba pra Vinicius” dove Toquinho mostra tutta la sua ammirazione per il suo amico, partner e idolo Vinicius de Moraes. Il sentimento che Toquinho prova per lui, è lo stesso che sente  tutto il popolo brasiliano per il grande Vinicius. 

La sensibilità, la delicatezza e la carezza che Vinicius riesce a trasferire nelle parole e nella poesia, fanno di lui il poeta più popolare e amato del Brasile. Secondo l'accademia e i letterati non è il più forte e grande, ma è sicuramente quello che sta nei cuori dei brasiliani e il più nominato quando si parla di amore.

Il poeta Vinicius de Moraes aveva due stili diversi: nella poesia letteraria (scritta) e nella poesia nei testi delle canzone (cantata). Profondo studioso dei classici, Vinicius studiò lingua e letteratura inglese all'Università di Oxford. La sua poesia letteraria ha una struttura tradizionale, come sonetti e poesie in metrica. Alcuni dei suoi sonetti: “Soneto de Separaçao”, “Soneto de Fidelidade” e “Soneto do Amor Total” sono i poemi più conosciuti e amati della letteratura brasiliana.  Nei testi delle sue canzoni, la sua poetica è più moderna e libera, usa un linguaggio più popolare e semplice;sempre suo il  componimento più famoso al mondo della musica brasiliana:“Garota de Ipanema”. Ma ancora, suoi pezzi sono: “Eu sei que vou te amar”, “Chega de Saudade”, “Tarde em Itapuã” e “Aquarela”.  Di solito il suo modo preferito di comporre era per un duo, avendo como partner i maggiori musicisti brasiliani, tra cui Tom Jobim, Baden Powell, Carlos Lira, Chico Buarque e Toquinho. Egli compose anche parti in prosa, articoli giornalistici, per la drammaturgia e come critico letterario.

Vinicius de Moraes era laurato in giurisprudenza all'Università Federal do Rio de Janeiro, al tempo chiamata "Scuola del Catete", e diventò un diplomatico brasiliano, lavorando nelle ambasciate di Los Angeles, Roma, Parigi e in Uruguay. Alla fine degli anni sessanta, e nei primi anni settanta, Vinicius veniva frequentemente in Italia. Con il suo amico Toquinho fece diverse apparizioni televisive. Nel 1969 registrò il suo primo album in Italiano “La vita, amico, è l'arte dell’incontro”, affiancato da Sergio Endrigo. Nell'album sono presenti alcuni dei suoi poemi tradotti e recitati da Giuseppe Ungaretti. I due poeti si conobbero nel 1937 in Brasile, quando Ungaretti si trasferì a San Paolo per insegnare Lingua e letteratura italiana presso l'Università di San Paolo. Qui Ungaretti conobbe le poesie di Vinicius che iniziò a tradurre in italiano.

La leggenda narra che “Água de Beber” sia la prima musica composta nella città di Brasília. Nel 1959, prima ancora dell'inaugurazione della futura capitale del Brasile, il presidente Juselino Kubitschek invitò Tom Jobim e Vinicius a conoscere la futura capitale e chiese loro di comporre una sinfonia che doveva essere suonata durante la festa per la nuova città scelta come capitale. Tom e Vinicius passeggiavano vicino al Catetinho (casa di legno che viene utilizzata come sede provvisoria prima dell'inaugurazione) quando sentirono un rumore di acqua che cadeva da una fontana che si trovava lì vicino. Chiesero agli uomini della sicurezza che li scortavano cosa fosse, e la risposta fu: “Água de beber camará”. Questa fu l'ispirazione per la canzone.

Testo scritto da Marcelo Solla e Barbarella Happy

mercoledì 29 gennaio 2020

Águas de Março


Ivete Souza e BrèSamba

Águas de Março
(Antonio Carlos Jobim)

É pau, é pedra, é o fim do caminho
É um resto de toco, é um pouco sozinho
É um caco de vidro, é a vida, é o sol
É a noite, é a morte, é um laço, é o anzol
É peroba do campo, é o nó da madeira
Caingá candeia, é o matita-pereira
É madeira de vento, tombo da ribanceira
É o mistério profundo, é o queira ou não queira
É o vento ventando, é o fim da ladeira
É a viga, é o vão, festa da cumeeira
É a chuva chovendo, é conversa ribeira
Das águas de março, é o fim da canseira

É o pé, é o chão, é a marcha estradeira
Passarinho na mão, pedra de atiradeira
É uma ave no céu, é uma ave no chão
É um regato, é uma fonte, é um pedaço de pão
É o fundo do poço, é o fim do caminho
No rosto um desgosto, é um pouco sozinho
É um estepe, é um prego, é uma conta, é um conto
É um pingo pingando, é uma ponta, é um ponto
É um peixe, é um gesto, é uma prata brilhando
É a luz da manha, é o tijolo chegando
É a lenha, é o dia, é o fim da picada
É a garrafa de cana, o estilhaço na estrada
É o projeto da casa, é o corpo na cama
É o carro enguiçado, é a lama, é a lama
É um passo, é uma ponte, é um sapo, é uma rã
É um resto de mato na luz da manhã
São as águas de março fechando o verão
É a promessa de vida no teu coração

É uma cobra, é um pau, é João, é José
É um espinho na mão, é um corte no pé
São as águas de março fechando o verão
É a promessa de vida no teu coração
É pau, é pedra, é o fim do caminho
É um resto de toco, é um pouco sozinho
É um passo, é uma ponte, é um sapo, é uma rã
É um belo horizonte, é uma febre terça
São as águas de março fechando o verão
É a promessa de vida no teu coração

Águas de Março

È stecco, è sasso, è la fine della strada
È un avanzo di ceppo, è un po’ solitario
È un frammento di vetro, è la vita, è il sole
È la notte, è la morte, è un nodo, è l’amo
È peroba do campo, è il nodo del legno
Caingá candeia, è il matita-pereira
È legno di vento, caduta dal dirupo
È il mistero profondo, è il volente o nolente
È il vento soffiando, è la fine del pendio
È la trave, è il vano, festa della cumeeira
È la pioggia piovendo, è due chiacchiere al fiume
Delle piogge di marzo, è la fine della fatica

È il piede, è il pavimento, è la marcia in strada
Uccellino nella mano, sasso di fionda.
È un volatile nel cielo, è un volatile a terra
È un ruscello, è una fonte, è un pezzo di pane
È il fondo del pozzo, è la fine della strada
Nel volto un disgusto, è un po’ solitario
E una steppa, è un chiodo, e un conto, è un racconto
È una goccia gocciando, è una punta, è un punto.
È un pesce, è un gesto, è un argento lucente
È la luce del mattino, è il mattone arrivando
È la legna, è il giorno, è il sentiero senza uscita
È la bottiglia di cachaça, è la scheggia per strada
È il progetto della casa, è il corpo nel letto
È la macchina in avaria, è il fango, è il fango
È un passo, è un ponte, è un rospo, è una rana
È un resto di foresta nella luce del mattino
Sono le piogge di marzo chiudendo l’estate
È la promessa di vita nel tuo cuore

È un serpente, è un tronco, è Giovanni, è Giuseppe
È una spina nella mano, è un taglio nel piede
Sono le piogge di marzo chiudendo l’estate
È la promessa di vita nel tuo cuore
È stecco, è sasso, è la fine della strada
È un avanzo di ceppo, è un po’ solitario
È un passo, è un ponte, è un rospo, è una rana
È un bell’orizzonte, è una febbre intensa
Sono le piogge di marzo chiudendo l’estate
È la promessa di vita nel tuo cuore




    Una delle più belle leggende della musica brasiliana è legata alla canzone Águas de Março. Gli amici Tom Jobim e Vinicius de Moraes erano soliti frequentare i tavolini esterni del Bar Veloso, sul lungomare di Ipanema. Da lì osservavano i passanti, soprattutto le ragazze. E’ noto che una di queste ispirò la loro canzone Garota de Ipanema. A volte la gente salutava Vinicius dicendo: “Buongiorno Poeta” e lui rispondeva: “Poeta no, Poetinha (poetuccio), perché vero poeta è Drummond” facendo riferimento a Carlos Drummond de Andrade, il maggior poeta della lingua portoghese di tutti i tempi. Drummond era nato nello stato di Minas Gerais, a Itabira, ma allora viveva a Rio di Janeiro, dove lavorava come impiegato pubblico. In un bel giorno assolato i due compositori, seduti al solito bar, videro passare Drummond e Tom Jobim lo chiamò: “Poeta, poeta, vieni qui! Tu che sei il nostro grande poeta, potresti indicarmi un buon rimario?”. Drummond rispose, secco: “uno che ha scritto Águas de Março non ha bisogno di un dizionario di rime”, e se ne andò col suo passo lento e leggero.

    Il mese di marzo rappresenta la fine dell’estate in Brasile. Nella “Serra do Mar”, stagliata sullo sfondo della città di Rio de Janeiro, è un periodo di piogge intense, che a volte causano alluvioni. La città di Rio è situata tra l’Oceano Atlantico e l’altipiano della Serra do Mar, non lontano da una grande insenatura chiamata “Baia da Guanabara”.  Tom Jobim aveva una cascina sulle montagne, nel piccolo villaggio di São José do Vale do Rio Preto. Nel 1972 in questa cascina immersa nella natura Tom Jobim ha composto Águas de Março. Era un periodo cupo per Jobim. Il suo medico temeva il peggio per lui a causa della cirrosi, che lo aveva colpito in un periodo in cui beveva troppo. Le strofe “é um resto di toco, é um poco sozinho” e “é o corpo na cama” riflettono il suo stato d’animo. Più tardi in diverse interviste Tom Jobim fa riferimento a questo periodo con tono melancolico, come a un momento durante il quale aveva smesso di credere nel suo futuro artistico. Temeva di ritrovarsi a 80 anni in un circo cantando Garota de Ipanema e di venir fischiato e criticato.

    Nel testo della canzone è presente solo la terza persona singolare del verbo essere. E’ un susseguirsi di parole ed espressioni, come una serie di scatti fotografici che danno forma ad una descrizione per immagini del contesto naturale e paesaggistico della “Serra Carioca”. Unica eccezione al plurale per le “acque di marzo”: “são as águas de março fechando o verão”, sono le piogge di marzo, promessa di vita e di rinascita, non solo per la vegetazione ma per il cuore, per l’animo umano.


    Il brano è stato lanciato con un singolo contenente O Tal, brano d’esordio del compositore João Bosco. Nel 1973 è il brano di apertura dell’album Matita Perê di Tom Jobim. Al 1974 risale la registrazione più conosciuta, il duetto con Elis Regina per l’album Elis e Tom. Questo incontro tra Elis e Tom è stato uno dei momenti sublimi della musica brasiliana: il maggior compositore con la più grande interprete. Tom veniva dalla Bossa Nova, che già esisteva da vent’anni, rappresentava il passato; Elis cantava la MPB (eme-pe-be, Musica Popular Brasileira) che era appena nata, rappresentava il futuro. La Philips aveva in mente di mettere insieme queste due stili, affidando le canzoni tradizionali di Tom all’energia di Elis e dei suoi musicisti. Elis e Tom rimasero entrambi increduli all’idea che l’altro avesse accettato di collaborare, così, il tempo di prendere accordi e i progetto si concretizzò. Elis e suoi musicisti volarono a Los Angeles, California, dove viveva Jobim, per curare i dettagli e registrare. Solo una volta atterrati vennero a sapere che avrebbero avuto pochissimo tempo per registrare. Cesar Camargo Mariano, marito di Elis Regina fu scelto per fare gli arrangiamenti delle canzoni. Cesar chiese a Elis di portare i loro figli a Disneyland, così da poter restare in albergo tranquillo e lavorare sui brani, ma questa pace durava poco a causa di Tom Jobim, che lo chiamava circa tre volte al giorno per sapere “come andavano i lavori”. La squadra ebbe appena due giorni per lavorare in studio: Elis e Tom, la prima collaborazione assoluta tra i due, uno degli album più importanti della musica brasiliana è stato registrato solo in due giorni! La qualità eccelsa dei musicisti ha contribuito non poco alla buona riuscita dell’impresa: Cesar Camargo Mariano al pianoforte, Oscar Castro Neves e Helio Delmiro alla chitarra, Luizão Maia al basso, Paulinho Braga alla batteria e Chico Batera alle percussioni. Elis raccontò in seguito di aver avuto delle difficoltà a lavorare con Tom Jobim: Tom era un instancabile fucina di scherzi e battute, cosa che faceva ridere Elis costantemente mentre cantava. Proprio quel sorriso e quella gioia contagiosa hanno forgiato la splendida immagine di Elis Regina.

        Testo scritto da Marcelo Solla e Sabina Samba

martedì 7 gennaio 2020

Volta por Cima




BrèSamba - Volta por Cima


Volta por cima
(Paulo Vanzolini)

Chorei, não procurei esconder
Todos viram, fingiram
Pena de mim, não precisava
Ali onde eu chorei
Qualquer um chorava
Dar a volta por cima que eu dei
Quero ver quem dava

Um homem de moral não fica no chão
Nem quer que mulher
Venha lhe dar a mão
Reconhece a queda e não desanima
Levanta, sacode a poeira
E dá a volta por cima

Volta por cima

Ho pianto, non ho cercato di nasconderlo
Tutti hanno visto, hanno finto
Pena per me, non ce n’era bisogno
Lì dove io ho pianto
Qualcun altro piangeva
Rialzarsi, come io ho fatto
Voglio vedere chi si è rialzato

Un uomo integro non resta sul pavimento
Neppure vuole che alcuna donna
Gli dia la mano
Accetta la caduta e non si perde d’animo
Si alza, si scrolla di dosso la polvere
E ricomincia


BréSamba - Volta por cima


    Durante la trasmissione “Programa Ensaio”, nel 1972, Rodrigo Faro chiese ad Adoniran Barbosa: “Di cosa c’è bisogno per fare samba?”. Adoniran rispose: “Bisogna essere ignoranti! Il Samba è cosa di persone semplici”. La sua risposta è fedele allo stile semplice e popolare di Adoniran, che è molto diverso da quello di Paulo Vanzolini. Paulo Vanzolini e Adoniran Barbosa, i due principali esponenti del Samba Paulista, erano molto amici e avevano grande ammirazione l’uno per l’altro. Ma mentre Adoniran era cresciuto nel Bixiga, il quartiere italiano di São Paulo, quindi di estrazione assai modesta, Paulo Vanzolini proveniva dall’élite paulista. Si laureò in medicina presso la rinomata Universidade de São Paulo e fece un dottorato in zoologia alla Harvard University. Fu tra i fondatori della FAPESP (Fondazione di aiuto alla ricerca dello Stato di São Paulo) e per più di trenta anni direttore del Museo di Zoologia di São Paulo. Nel suo percorso di zoologo viaggiò molto per le campagne, le foreste e l’entroterra del Brasile. Studiando gli animali e le piante ha potuto conoscere le popolazioni locali, e da queste ha tratto grande ispirazione per le sue canzoni.

    Il Brano Volta por Cima è stato composto nel 1959 ed è stato registrato per la prima volta nel 1963 dal cantante Noite Ilustrada riscuotendo grande successo. L’espressione “Levanta, sacode a poeira e dá a volta por cima” è usata molto comunemente nella lingua parlata. “Dar a volta por cima” significa letteralmente “dare il ritorno da sopra” ovvero ricominciare, rialzarsi e andare avanti.

    La composizione non è mai stata la principale attività professionale di Paulo Vanzolini, ma diversi suoi pezzi fanno parte della storia del samba paulistano, come “Ronda”, registrata la prima volta nel 1953 per il cantante Bola Sete. “Praça Clovis”, “Cutelinho” e “Juizo Final” sono altri suoi popolarissimi titoli. “Capoeira do Arnaldo” è una delle sue opere prime. “Seu Barbosa” è un samba molto divertente nel quale Paulo Vanzolini prende in giro il suo amico Adoniran Barbosa.

Paulo Vanzolini

    Paulo Vanzolini è nato a San Paolo il 25 aprile 1924, figlio di un ingegnere italiano emigrato in Brasile. Ha vissuto quasi tutta la tua vitta a São Paulo, dove è morto all’età di 89 anni, il 29 aprile 2013. Vanzolini era appassionato di scienze naturali, ma non aveva cura delle sue produzioni artistiche; scriveva ma non conservava né catalogava le sue canzoni. Nel 2003 diversi cantanti brasiliani hanno potuto registrare 52 sue canzoni dando vita all’album “Acerto de contas”, “regolamento di conti”. Questa raccolta oltre ad essere un omaggio a Paulo Vanzolini è anche una catalogazione quasi completa di tutte le canzoni da lui composte, recuperate da colleghi e amici.

        Testo scritto da Marcelo Solla e Sabina Samba


lunedì 2 dicembre 2019

O Bonde São Januário


BrèSamba - O Bonde São Januário - Eleonora Olivares e Sabina Samba


O Bonde São Januário
(Ataulfo Alves e Wilson Batista)

Quem trabalha é que tem razão
Eu digo e não tenho medo de errar
O bonde São Januário
Leva mais um operário
Sou eu que vou trabalhar
Antigamente eu não tinha juízo
Mas resolvi garantir meu futuro
Vejam vocês
Sou feliz vivo muito bem
A boemia não dá camisa ninguém.

O Bonde São Januário

Chi lavora è chi è corretto
io dico e non ho paura di sbagliare
Il tram São Januàrio
porta un operaio in più
sono io che vado a lavorare 
Prima ero senza giudizio
Ma ho deciso di garantire il mio futuro
Vedete voi
Sono felice e vivo molto bene
La boemia non dà camicia a nessuno

Il discorso di Getúlio Vargas ai lavoratori nel Stadio Sao Januário

    Negli anni ‘40 del secolo scorso anche il Brasile visse la sua dittatura comandata da Getulio Vargas, che aveva un grande idolo in Europa: Benito Mussolini. La legislazione del lavoro in Brasile è basata sulla Carta del Lavoro del fascista. Il primo di maggio di ogni anno nello stadio “São Januàrio” della squadra di calcio Vasco da Gama, a Rio de Janeiro, Getúlio teneva un lungo discorso indirizzato ai lavoratori. I suoi sermoni cominciavano sempre con “Trabalhadores do Brasil” (Lavoratori del Brasile), ed erano un esplicito invito a mettersi a servizio dello Stato, garante del cittadino. Il vecchio “malandro carioca”, pericoloso e furbo, doveva ora guardare all’immagine della nuova filosofia del “Lavoro”. Il “Malandro” non può più soltanto bighellonare in spiaggia giocando a calcio, bevendo “cachaça”, suonando la chitarra, le percussioni e facendo samba. Il “Malandro” deve diventare un “Lavoratore”, deve iscriversi al sindacato, deve pagare l’INPS, deve diventare un “socio” dello Stato. Il DIP (Departamento de Impresa e Propaganda) era un organo di repressione che approfittò della popolarità della radio e del samba per plasmare questa nuova immagine. Il brano “O Bonde de São Januário” diventa un inno dei lavoratori.

    Però...
    ...un sambista mai farebbe un samba per appoggiare la dittatura. Nel testo originale di Ataulfo Alves e Wilson Baptista non troviamo traccia di alcun operaio. Venne censurato, poiché apostrofava il “sócio”, il lavoratore iscritto al sindacato, come “otario”, un appellativo tutt’altro che complimentoso: il lavoratore è al servizio della dittatura. Il testo critica dunque i sindacati e la loro compromissione con lo stato dittatoriale. Il brano fu poi registrato da Ciro Monteiro con la “piccola” alterazione operata dal DIP: “sócio otário” venne sostituito da “operário”, cambiamento sufficiente a stravolgere completamente il senso del messaggio.

    Testo originale censurato:

O bonde São Januário
Leva mais um sócio otário
Só eu não vou trabalhar

“Il tram São Januário 
porta un socio stronzo in più, 
soltanto io non vengo a lavorare”

    Testo cambiato dal DIP:

O bonde São Januário
Leva mais um operário
Sou eu que vou trabalhar

“Il tram São Januário
porta un operaio in più, 
sono io che vengo a lavorare”.

    Nel video di BrèSamba per questo blog, Eleonora Olivares canta il testo originale di Ataulfo Alves e Wilson Baptista e Sabina Samba canta il testo della dittatura registrato da Ciro Monteiro.


...ma volete sapere come è finita questa storia?

ll Brasile dichiarò guerra all’Italia, invase l’Italia e vinse la guerra!

Proprio così.

Il 22 agosto 1942 il Brasile di Getulio Vargas, che era sostenitore di Mussolini più per interessi economici che per ideologia, dichiarò guerra alle potenze dell’Asse, Italia, Germania e Giappone, prendendo parte al conflitto a fianco degli alleati. Gli Stati Unuti “regalarono” al Brasile un’industria dell’acciaio (CSN – Compania Siderúrgica Nacional) e installarono una base militare a Natal, nel Nordeste Brasiliano. Secondo il popolo brasiliano il Brasile non sarebbe mai entrato in guerra. Da questa convinzione nacque l’espressione popolare "é mais fácil uma cobra fumar do que o Brasil entrar na Guerra": è più facile veder fumare un serpente che il Brasile entrare in guerra. Il 13 agosto 1943 il Brasile creò la FEB (Força Expedicionária Brasileira) il cui simbolo distintivo è un serpente che fuma:



Il 2 luglio 1944 il serpente fumò e la FEB partì per l’Italia alla volta di Napoli. L’intervento ebbe inizio nel settembre 1944, quando le truppe brasiliane liberarono Barga e la valle del fiume Serchio. Il 21 febbraio 1944 ebbe luogo la vittoria più importante della FEB in Italia nella battaglia di Monte Castello, alla quale seguì la battaglia di Montese. Le truppe raggiunsero poi Bologna e Torino.

Come tutti sanno gli alleati vinsero la guerra, ma forse non tutti ricordano che tra gli alleati ci fu il Brasile. Circa 27.000 soldati brasiliani presero parte al conflitto e tra loro si contarono più di 2.000 caduti. Adesso, quando qualcuno vi domanderà: “Chi liberò l’Italia dal Nazifascismo?” potrete rispondere “I Partigiani, ma anche i Brasiliani”!


       
        Testo scritto da Marcelo Sola e Sabina Samba