lunedì 2 dicembre 2019

O Bonde São Januário


BrèSamba - O Bonde São Januário - Eleonora Olivares e Sabina Samba


O Bonde São Januário
(Ataulfo Alves e Wilson Batista)

Quem trabalha é que tem razão
Eu digo e não tenho medo de errar
O bonde São Januário
Leva mais um operário
Sou eu que vou trabalhar
Antigamente eu não tinha juízo
Mas resolvi garantir meu futuro
Vejam vocês
Sou feliz vivo muito bem
A boemia não dá camisa ninguém.

O Bonde São Januário

Chi lavora è chi è corretto
io dico e non ho paura di sbagliare
Il tram São Januàrio
porta un operaio in più
sono io che vado a lavorare 
Prima ero senza giudizio
Ma ho deciso di garantire il mio futuro
Vedete voi
Sono felice e vivo molto bene
La boemia non dà camicia a nessuno

Il discorso di Getúlio Vargas ai lavoratori nel Stadio Sao Januário

    Negli anni ‘40 del secolo scorso anche il Brasile visse la sua dittatura comandata da Getulio Vargas, che aveva un grande idolo in Europa: Benito Mussolini. La legislazione del lavoro in Brasile è basata sulla Carta del Lavoro del fascista. Il primo di maggio di ogni anno nello stadio “São Januàrio” della squadra di calcio Vasco da Gama, a Rio de Janeiro, Getúlio teneva un lungo discorso indirizzato ai lavoratori. I suoi sermoni cominciavano sempre con “Trabalhadores do Brasil” (Lavoratori del Brasile), ed erano un esplicito invito a mettersi a servizio dello Stato, garante del cittadino. Il vecchio “malandro carioca”, pericoloso e furbo, doveva ora guardare all’immagine della nuova filosofia del “Lavoro”. Il “Malandro” non può più soltanto bighellonare in spiaggia giocando a calcio, bevendo “cachaça”, suonando la chitarra, le percussioni e facendo samba. Il “Malandro” deve diventare un “Lavoratore”, deve iscriversi al sindacato, deve pagare l’INPS, deve diventare un “socio” dello Stato. Il DIP (Departamento de Impresa e Propaganda) era un organo di repressione che approfittò della popolarità della radio e del samba per plasmare questa nuova immagine. Il brano “O Bonde de São Januário” diventa un inno dei lavoratori.

    Però...
    ...un sambista mai farebbe un samba per appoggiare la dittatura. Nel testo originale di Ataulfo Alves e Wilson Baptista non troviamo traccia di alcun operaio. Venne censurato, poiché apostrofava il “sócio”, il lavoratore iscritto al sindacato, come “otario”, un appellativo tutt’altro che complimentoso: il lavoratore è al servizio della dittatura. Il testo critica dunque i sindacati e la loro compromissione con lo stato dittatoriale. Il brano fu poi registrato da Ciro Monteiro con la “piccola” alterazione operata dal DIP: “sócio otário” venne sostituito da “operário”, cambiamento sufficiente a stravolgere completamente il senso del messaggio.

    Testo originale censurato:

O bonde São Januário
Leva mais um sócio otário
Só eu não vou trabalhar

“Il tram São Januário 
porta un socio stronzo in più, 
soltanto io non vengo a lavorare”

    Testo cambiato dal DIP:

O bonde São Januário
Leva mais um operário
Sou eu que vou trabalhar

“Il tram São Januário
porta un operaio in più, 
sono io che vengo a lavorare”.

    Nel video di BrèSamba per questo blog, Eleonora Olivares canta il testo originale di Ataulfo Alves e Wilson Baptista e Sabina Samba canta il testo della dittatura registrato da Ciro Monteiro.


...ma volete sapere come è finita questa storia?

ll Brasile dichiarò guerra all’Italia, invase l’Italia e vinse la guerra!

Proprio così.

Il 22 agosto 1942 il Brasile di Getulio Vargas, che era sostenitore di Mussolini più per interessi economici che per ideologia, dichiarò guerra alle potenze dell’Asse, Italia, Germania e Giappone, prendendo parte al conflitto a fianco degli alleati. Gli Stati Unuti “regalarono” al Brasile un’industria dell’acciaio (CSN – Compania Siderúrgica Nacional) e installarono una base militare a Natal, nel Nordeste Brasiliano. Secondo il popolo brasiliano il Brasile non sarebbe mai entrato in guerra. Da questa convinzione nacque l’espressione popolare "é mais fácil uma cobra fumar do que o Brasil entrar na Guerra": è più facile veder fumare un serpente che il Brasile entrare in guerra. Il 13 agosto 1943 il Brasile creò la FEB (Força Expedicionária Brasileira) il cui simbolo distintivo è un serpente che fuma:



Il 2 luglio 1944 il serpente fumò e la FEB partì per l’Italia alla volta di Napoli. L’intervento ebbe inizio nel settembre 1944, quando le truppe brasiliane liberarono Barga e la valle del fiume Serchio. Il 21 febbraio 1944 ebbe luogo la vittoria più importante della FEB in Italia nella battaglia di Monte Castello, alla quale seguì la battaglia di Montese. Le truppe raggiunsero poi Bologna e Torino.

Come tutti sanno gli alleati vinsero la guerra, ma forse non tutti ricordano che tra gli alleati ci fu il Brasile. Circa 27.000 soldati brasiliani presero parte al conflitto e tra loro si contarono più di 2.000 caduti. Adesso, quando qualcuno vi domanderà: “Chi liberò l’Italia dal Nazifascismo?” potrete rispondere “I Partigiani, ma anche i Brasiliani”!


       
        Testo scritto da Marcelo Sola e Sabina Samba