lunedì 31 dicembre 2018

Não deixe o samba morrer


BrèSamba - Settembre 2020


Não deixe o samba morrer
(Edson Conceição e Aloísio Silva)

Não deixe o samba morrer
Não deixe o samba acabar
O morro foi feito de samba
De samba para gente sambar
Quando eu não puder pisar mais na avenida
Quando as minhas pernas não puderem aguentar
Levar meu corpo, junto com meu samba
O meu anel de bamba, entrego a quem mereça usar
Eu vou ficar no meio do povo espiando
Minha escola perdendo ou ganhando 
Mais um carnaval
Antes de me despedir, deixo ao sambista mais novo,
O meu pedido final
Não deixe o samba morrer
Não deixe o samba acabar
O morro foi feito de samba
De samba para gente sambar


Não deixe o samba morrer

Non lasciare il samba morire
Non lasciare il samba finire
Il “Morro” è fatto di samba
Di samba per noi sambare
Quando io non potessi più calpestare il viale (del sambódromo)
Quando le mie gambe non riuscissero più
A portare il mio corpo insieme al mio samba
Il mio anello di “Bamba” consegnerò a chi merita di usarlo
Io resterò in mezzo alla platea spiando
La mia scuola vincendo o perdendo
Un carnevale in più
Prima di congedarmi, lascio al sambista più giovane
La mia ultima preghiera
Non lasciare il samba morrire
Non lasciare il samba finire
Il “Morro” è fatto di samba
Di samba per noi sambare

BrèSamba - Locanda Torricella - Dicembre 2018
Sara Trementini e Wellington Wella


    La geografia di Rio de Janeiro è allo stesso tempo fisica e sociale. C’è una pianura lungo le sponde del mare, a sud, dove sorgono i palazzi delle popolazioni ricche, solitamente uomini bianchi e più istruiti. Alle spalle di questa pianura si trova “O Morro” (la collina), dove la popolazione, di solito nera, esclusa dalla società civile, ha costruito i suoi “barracos” (case semplici in legno e zinco).
    Di fronte al mare, dove la musica era più colta e con influenze statunitensi, è nata la Bossa Nova, la musica dei bianchi, di chi vive una vita agiata. Una musica armonicamente ricca, complessa e leggera. Nel “Morro” è cresciuto il Samba dei neri e dei poveri, pieno di malinconia, di dolore, estremamente creativo e dalla melodia più intensa.
    Tre cose legano queste due realtà: la spiaggia, il calcio e il carnevale. Il Carnevale, atteso ogni anno con ansia dal  popolo del “Morro”, è il giorno del riscatto per i più poveri: ogni “Morro” ha la sua scuola di samba e durante la sfilata ogni scuola mostra tutto ciò che ha preparato durante l’anno...è  l’apoteosi, il loro momento di gloria. Questa tradizione è trasmessa di padre in figlio e fa sì che il samba tradizionale continui ad esistere.
    La canzone, composta da Edson Conceição e Aloísio Silva, venne incisa dalla cantante Alcione nell’album “A Voz do Samba” nel 1975 e riscosse un grande successo in Brasile: è la voce dell'anziano sambista che lascia la sua eredità ai più giovani, chiedendo loro di mantenere viva la tradizione e non lasciar morire il samba.
    La parola “Morro” potrebbe essere tradotta in italiano come “collina”. Tuttavia “Morro” ha una forte connotazione sociale che non troviamo nella parola “collina”.
    Anche la parola “Bamba” rimane senza traduzione. Rappresenta il “tizio in gamba", sveglio, in grado di fare samba di qualità e con ginga (altra parola intraducibile in italiano, che esprime un modo e una flessibilità tutta brasiliana di essere, di muoversi, di ballare...), rispettato dalla sua Escola de Samba per ciò che ha fatto per lei e per i suoi membri.
    

        Testo di Marcelo Solla e Sabina Samba

Madalena



Sara Tremetini - Madalena

Madalena

(Ivan Lins e Ronaldo Monteiro de Souza)

 

Oh Madalena, o meu peito percebeu

Que o mar é uma gota

Comparado ao pranto meu

Fique certa, quando o nosso amor desperta

Logo o sol se desespera

E se esconde lá na serra

Eh, Madalena, o que é meu não se divide

Nem tampouco se admite

Quem do nosso amor duvide

Até a lua se arrisca num palpite

Que o nosso amor existe

Forte ou fraco alegre ou triste

 

Traduzione

 

O Maddalena, il mio petto ha percepito

Che il mare è una goccia

In confronto al mio pianto

Stai sicura, quando il nostro amore si sveglia

Allora il sole si dispera

E si nasconde sui monti.

Eh, Maddalena, ciò che è mio non si divide

Tanto meno è ammesso che qualcuno dubiti del nostro amore.

Perfino la luna azzarda a suggerire che il nostro amore esiste

Forte o debole, allegro o triste


BrèSamba - Aprile 2018 - Teatro Telaio 

    Ronaldo Monteiro de Souza scrive il testo di questa canzone con l’aiuto di Ivan Lins che compone le musiche. Lo scrive in ricordo di un amore passato, per una donna di nome Vera Regina. Il nome Maddalena fu scelto a caso e diede il titolo a numerose altre canzoni scritte da altri autori brasiliani come la “Madalena do Jucú” di Martinho da Vila o la zingara “Sandra Rosa Madalena” di Sidney Magal.

    Ivan Lins è stato uno dei compositori brasiliani di maggiore successo all'estero, portando e promuovendo la musica brasiliana in diversi paesi. Nato a Rio de Janeiro nel 1945, visse la sua adolescenza a Boston. Quando tornò a Rio de Janeiro, studiò nel Collegio Militare. Più tardi si laureò in chimica industriale all'Università federale di Rio de Janeiro. La sua musica è frutto di una combinazione di jazz con la tradizione brasiliana, mescolando le sue origini brasiliane con la cultura musicale del jazz che ha imparato ad apprezzare negli Stati Uniti.

     Tra i suoi grandi successi, oltre a “Madalena”, ci sono “Começar de novo”, “Bandeira do divino”, “Novo tempo”, “Vitoriosa”, “Aos nossos filhos”. Collaborò, inoltre, con Michael Bublé alla realizzazione di un brano musicale dal titolo “Wonderful Tonight”.

    “Madalena” è stata registrata da Elis Regina. Tutti i principali compositori brasiliani sognavano di far interpretare le proprie canzoni da Elis Regina. Di questa grande artista vanno evidenziate due qualità: innanzitutto è stata la maggior “reveladora” (talent scout) di compositori brasiliani. Ha infatti scoperto e promosso diversi artisti sconosciuti prima, che successivamente sono stati apprezzati grazie alle sue interpretazioni: oltre a Ivan Lins, ha dato grande fama a Renato Teixeira, Belchior, Milton Nascimento, João Bosco, Adoniran Barbosa, Tim Maia, Gilberto Gil, Aldir Blanc, Tom Jobim e molti altri. Elis aveva, inoltre, una straordinaria capacità di trasformarsi ed era in grado di interpretare ogni canzone in modo sempre diverso, molto personale, intimo ed esplosivo.

    Elis Regina Carvalho Costa nacque a Porto Alegre, nel Rio Grande do Sul il 17 marzo 1945 e la sua storia si intreccia con la storia della musica brasiliana. Ai sui esordi ha cantato la Bossa Nova e il Samba ed è stata leader della rinnovazione della musica brasiliana essendo tra i precursori della MPB (Musica Popular Brasileira). Alla fine degli anni ‘60 ha partecipato e vinto alcuni dei principali festival della canzone brasiliana. Negli anni ‘70 sebbene abbia vissuto giorni assai difficili perché mal tollerava la dittatura militare brasiliana, è stato tuttavia il suo periodo migliore per la produzione musicale, facendo molte tournée anche in Europa dove ebbe grande successo, specialmente nelle sue due partecipazioni al Festival di Montreux in Svizzera.

     Negli anni '80, all'apice della sua carriera, morì di una morte inaspettata. Era il 19 gennaio 1982 quando Elis fu trovata morta nel suo appartamento a San Paolo all'età di soli 36 anni, lasciando tre figli, Joao Marcelo, Pedro Mariano e Maria Rita, che attualmente stanno portando avanti la loro carriera di cantanti con la responsabilità di rappresentare la loro madre che è la più grande cantante in Brasile.

     Elis è stata in assoluto la più grande interprete del mondo di tutti i tempi. Purtroppo, quelli che non conoscono il portoghese non possono comprendere, e pertanto non possono godere di questa opinione ed è un privilegio straordinariosolo per coloro che comprendono il portoghese

        Testo di Marcelo Solla e Barbarella Happy



venerdì 19 gennaio 2018

Brazil com Z é pra Cabra da Peste, Brasil con S é a Nação do Nordeste



Legau da Metro

Brazil com Z é Pra Cabra da Peste, Brasil com S é a Nação do Nordeste
(Samba-enredo Mangueira 2002)

Vou invadir o Nordeste
Seu cabra da peste
Sou Mangueira
Com forró e xaxado
O filho do chão rachado
Vem com a Estação Primeira

Mangueira encanta
E canta a história que o povo faz, ô, ô, ô, ô,
Vem mostrar a nação do valente sertão
De guerras e de sonhos imortais
A cada invasão, uma reação
Pra cada expedição, um brado surgia
Brilhou o sol no sertão
À luz de um novo dia
Lendas e crendices
mistérios que vêm ao luar
No Velho Chico naveguei, com meu cantar

No canto e na dança
No pecado ou na fé, vou seguir no arrasta-pé
Deixa o povo aplaudir
Ao som da sanfona
Vou descendo a ladeira
Com o trio da Mangueira
Doce Cartola, sua alma está aqui

Padim, Padre Ciço, faça chover alegria
Pra que cada gota seja o pão de cada dia
Jogo flores ao mar pra saudar Iemanjá
E na lavagem do Bonfim, eu peço axé
Terra encantada e predestinada
Tua beleza não tem fim
Brasil, no coração eu levo paz
Pau-de-arara nunca mais

Vou invadir o nordeste
Seu cabra da peste
Sou Mangueira
Som forró e xaxado, o filho do chão rachado
Vem com a Estação Primeira


    Questo samba-enredo, presentato al Carnevale del 2002 dalla scuola di samba Mangueira, parla di una regione del Brasile del Nordeste da cui prende il nome il suo popolo il Nordestino, e valorizza gli stili di vita e la cultura.

    Il numero degli abitanti è pari, circa, a quello dell'Italia, ma la regione del Nordeste del Brasile ha un'area di estensione cinque volte più grande.

    E' composto, in totale, da nove Stati: Alagoas, Bahia, Ceará, Maranhão, Paraíba, Piauí, Pernambuco, Rio Grande do Norte e Sergipe.

    La maggior parte della popolazione abita nelle metropoli più grandi, che si trovano lungo la costa, dove, grazie ad un clima caldo e mite tutto l'anno e alla presenza di spiagge meravigliose, c'è un turismo fiorente e costante. Nella regione interna, detta anche Sertão, il clima è, invece, arido e secco; le regioni desertiche e la vegetazione tipica di questo luogo, ricordano la savana africana; la foresta di quest'area si chiama Caatinga.

    Tra la costa e l'entroterra si trova la regione Zona da Mata dove si è sviluppata l'agricoltura di canna da zucchero, coltivata in particolare, durante il periodo della colonizzazione portoghese nel XVII e XVIII secoli.

    Il Nordeste è stata la prima zona brasiliana colonizzata dagli Europei e Salvador fu la prima capitale del Brasile. Per questo motivo il Nordest è molto ricco di storia e tradizione. Il popolo Nordestino è molto spirituale e l'origine della sua cultura è un tipico esempio di sincretismo religioso, derivante dalla fusione tra il cattolicesimo del popolo portoghese colonizzante, e le religioni degli africani, trascinati in Brasile come schiavi tra il XVII e il XVIII secolo, per lavorare nei campi di canna da zucchero.

Nel XX secolo ci fu un forte processo migratorio del popolo Nordestino  verso le Regioni del Sudeste, in particolare nelle città di San Paolo e Rio de Janeiro, molto più sviluppate economicamente. Questi Retirantes (migrati) lasciarono la siccità e la povertà del Nordeste per cercare lavoro e una vita migliore nelle grandi città più a sud.

Traduzione e spiegazione

“Vou invadir o Nordeste
Seu cabra da peste
Sou Mangueira
Com forró e xaxado
O filho do chão rachado
Vem com a Estação Primeira”


Invaderò il Nordeste
Cabra da peste
Io sono Mangueira
Con forró e xaxado
Il figlio del suolo screpolato
Vieni con la Estação Primeira

In questo ritornello si trova il fulcro della trama. 
Cabra da peste” è un modo di dire, tipico della regione, usato per chiamare qualcuno “tizio coraggioso”. 
Il forrò e lo xaxado sono due ritmi tipichi del Nordeste. 
Il “chão rachado” rappresenta il suolo asciutto e screpolato della regione arida del “Sertão”. 
Estação Primeira” è una parte del nome della scuola di Samba. Il nome completo è “Grêmio Recreativo e Escola de Samba Estação Primeira de Mangueira; 
La stazione del treno Mangueira, si trova sotto la collina chiamata Morro da Mangueira, è la prima stazione ferroviaria che si incontra partendo della “Stazione Centrale” di Rio de Janeiro in direzione nord della città.

“Mangueira encanta
E canta a história que o povo faz, ô, ô, ô, ô,
Vem mostrar a nação do valente sertão
De guerras e de sonhos imortais
A cada invasão, uma reação
Pra cada expedição, um brado surgia
Brilhou o sol no sertão
À luz de um novo dia
Lendas e crendices
mistérios que vêm ao luar
No Velho Chico naveguei, com meu cantar”


Mangueira incanta 
E canta la storia che il popolo fa, oh, oh, oh, oh,
Vieni a mostrare alla nazione del coraggioso Sertão
Delle guerre e dei sogni immortali
Per ogni invasione, una reazione
Per ogni spedizione, un grido si alzava
Brillò il sole nel Sertão
Alla luce di un nuovo giorno
Leggende e superstizioni
misteri che vengono alle luce della luna
Nel Vecchio Chico io ho navigato, con il mio canto

“Il coraggioso Sertão delle guerre e dei sogni immortali dove per ogni invasione o spedizioni aveva una reazione e un grido che si alzava” testimonia la fatica del bianco europeo e dello Stato legale a raggiungere questa parte dell'entroterra della regione del Nordeste. Questo popolo aveva una propria cultura e una propria legge. Faceva parte di questa popolazione il “cangaçeiro” e le sue bande, e il bandito più famoso era Lampião, capo della banda più forte, che per molto tempo aveva vissuto nel Sertão a imporre le proprie regole. Gli uomini di “cangaçeiros” erano considerati banditi per la polizia, ma visti come eroi per molte persone del popolo nordestino.

“Leggende, superstizioni e misteri che vengono alle luce della luna”: questi versi si riferiscono al sincretismo religioso e al misticismo del popolo nordestino. “Velho Chico” (Vecchio Chico) fa riferimento al grande fiume São Francisco (San Francesco) che passa nel territorio ed è molto importante per la navigazione e per l'economia locale. “Chico” in Brasile è utilizzato come diminutivo del nome “Francisco” (Francesco).

“No canto e na dança
No pecado ou na fé, vou seguir no arrasta-pé
Deixa o povo aplaudir
Ao som da sanfona
Vou descendo a ladeira
Com o trio da Mangueira
Doce Cartola, sua alma está aqui”


Nel canto e nel ballo
nel peccato o nella fede, seguirò nel “arrasta-pè” 
Lascia la gente applaudire
Al suono della fisarmonica
Sto andando giù per il pendio
Con il trio di Mangueira
Dolce Cartola, la tua anima è qui

“Nel canto e nel ballo, nel peccato e nella fede” fa riferimento, ancora una volta, alla gioia e alla religiosità del popolo nordestino
Arrasta-pé”, che significa “trascina-piede”, è il nome di una festa in cui, al suono della fisarmonica, è usanza ballare e suonare il baião, lo xaxado e il forró. Questi sono i nomi delle musiche e delle danze tipiche del Nordeste. La fisarmonica è lo strumento fondamentale per interpretare queste musiche e il suo migliore interprete è stato Luiz Gonzaga. 
Il “trio” di Mangueira ricorda il “trio elettrico”, un camion con a bordo un equipaggio fonico sul quale il cantante e i musicisti sfilano per le vie di Salvador ogni anni nel carnevale. 
Agenor de Oliveira (1908-1980), conosciuto anche come “Cartola” è stato il compositore più conosciuto della scuola di Samba di Mangueira, ed è stato anche uno dei suoi fondatori, nel 1928.

“Padim, Padre Ciço, faça chover alegria
Pra que cada gota seja o pão de cada dia
Jogo flores ao mar pra saudar Iemanjá
E na lavagem do Bonfim, eu peço axé
Terra encantada e predestinada
Tua beleza não tem fim
Brasil, no coração eu levo paz
Pau-de-arara nunca mais.”


Padrino, Padre Ciço, fai piovere la gioia
Per che ogni goccia sia il pane quotidiano
Io offro fiori al mare per salutare Iemanjá
E nel lavaggio del Bonfim, io chiedo axé
Terra incantata e predestinata
La tua bellezza non ha fine
Brasile, nel cuore prendo la pace
Pau-de-Arara non mai piú.

Nella prima parte di questa strofa abbiamo di nuovo la fede e la religiosità del nordestino
Padre Cícero Romão Batista (1844-1934) è stato un padre cattolico  diventato un leader spirituale del popolo nordestino. 
Padre Cícero veniva chiamato con affetto  “Padre Ciço” e dicevano che lui era il padrino di tutti loro (Padrinho  in portoghese e padim in dialetto nordestino). 
Ancora oggi questo popolo prega per lui quando invoca la desiderata pioggia. La pioggia è la gioia del Sertão.
In vita, Padre Cícero fu accusato di eresia e fu scomunicato dalla Chiesa Cattolica.
Nel dicembre 2015 la Chiesa Cattolica Romana si riconciliò con lui e gli restituì il titolo di padre. Per la Chiesa Cattolica Brasiliana lui è diventato Santo. 
Nel Candonblé e nella Ubanda, religioni arrivata dall'Africa e molto praticate a Bahia, Yemanjá è uno dei sette Orixás. Yemanjé è la Regina del Mare e l'offerta dei fiori è uno omaggio per lei.
Nella seconda domenica dopo la Festa dei Re, in gennaio, si celebra nella Chiesa del “Senhor do Bonfin”, a Salvador, la festa cattolica del Santissimo Sacramento o festa del “Senhor do Bonfin”. 
Tutto cominciò nel 1773 quando la “Irmandade dos devotos leigos” obbligò gli schiavi a fare il lavaggio della chiesa per la festa.
Secondo la tradizione, anche oggi, il giovedì precedente alla festa, i seguaci del Candonblé eseguono questo lavaggio con “água de cheiro” (acqua profumata). Al popolo di questa religione è concesso accedere solo però alle scale esterne all'edificio (as escadarias do Bonfin), perché la Chiesa Cattolica chiude loro  la porta e non gli permettono di entrare, non essendo cristiani. 
Il testo del brano termina con una esaltazione della bellezza di questo luogo, chiede la pace e spera di non dover viaggiare più sul Pau-de-Arara, cioè un camion aperto sul quale il nordestino veniva trasportato, costretto a lasciare la propria terra alla ricerca di una fortuna migliore.

        Testo di Marcelo Solla e Barbarella Happy