giovedì 17 dicembre 2020

Eu sei que vou te amar

 

Laura Sirani e Davide Bonetti


Eu sei que vou te amar

(Tom Jobim e Vinícius de Moraes)

 

Eu sei que vou te amar
Por toda a minha vida eu vou te amar
Em cada despedida eu vou te amar
Desesperadamente, eu sei que vou te amar
E cada verso meu será
Prá te dizer que eu sei que vou te amar
Por toda minha vida
Eu sei que vou chorar
A cada ausência tua eu vou chorar
Mas cada volta tua há de apagar

O que esta ausência tua me causou
Eu sei que vou sofrer a eterna desventura de viver
A espera de viver ao lado teu
Por toda a minha vida


Eu sei que vou te amar è una canzone composta da Vinícius de Moraes e Antônio Carlos Jobim, una delle più belle canzoni d’amore della lingua portoghese. Una vera dichiarazione d’amore. Una delle canzoni più suonate alle feste di nozze in Brasile. In una pubblicazione della rivista Rolling Stone è stata votata dai brasiliani come una delle 24 canzoni più importanti della storia della musica in Brasile. É stata interpretata da grandi cantanti brasiliani come João Gilberto, Caetano Veloso, Roberto Carlos, Gal Costa e Elis Regina. Nel 1959 fu incisa per la prima volta da Maysa in un LP 33 giri chiamato  “Maysa É Maysa... É Maysa, É Maysa!” dell’etichetta discografica RGE. Maysa era una cantante brasiliana molto conosciuta e importante e il brano ebbe presto molto successo. Nel 1970 fu realizzata una notevole versione da Vinícius de Moraes con Maria Creuza e Toquinho nell’album di Vinícius “En La Fusa con Maria Creuza e Toquinho” registrato dal vivo nel bar “La Fusa” in Buenos Aires.



In questo album è molto interessante la versione di “Eu sei que vou te amar”. Mentre Toquinho suona il suo violão (chitarra classica) con una precisione fantastica, Maria Creuza canta e Vinicius declama uno dei suoi sonetti più belli: il “Soneto de Fidelidade” (Sonetto della Fedeltà). A tradurle in italiano ci ha pensato addirittura il poeta africano immigrato in Italia Giuseppe Ungaretti che lo ha conosciuto nel '37 durante un viaggio in Brasile per insegnare all’Università di San Paolo.

 

Soneto de Fidelidade

(Vinicius de Moraes)

 

De tudo, ao meu amor serei atento antes

E com tal zelo, e sempre, e tanto

Que mesmo em face do maior encanto

Dele se encante mais meu pensamento

 

Quero vivê-lo em cada vão momento

E em seu louvor hei de espalhar meu canto

E rir meu riso e derramar meu pranto

Ao seu pesar ou seu contentamento

 

E assim quando mais tarde me procure

Quem sabe a morte, angústia de quem vive

Quem sabe a solidão, fim de quem ama

 

Eu possa lhe dizer do amor (que tive):

Que não seja imortal, posto que é chama

Mas que seja infinito enquanto dure.

 

 

Sonetto della Fedeltà

(traduzione di Giuseppe Ungaretti)

Prima di tutto, al mio amore sarò attento

e con tanto zelo, e sempre, e tanto
che pur di fronte al maggior incanto
di esso sia più ebbro il mio pensiero.

Voglio viverlo in ogni vano momento

e in sua lode spargerò il mio canto
e riderò il mio riso e verserò il mio pianto
al suo dolore o alla sua allegria.

E così, quando più tardi mi cercherà

forse la morte, angoscia di chi vive
forse la solitudine, fine di chi ama

io passa dire dell’amore (che ho avuto):

che non è immortale, dato che è fiamma
ma che è infinito fino a quando dura.

 

Il verso “Eu sei que vou te amar” è cosi fortemente associato all’amore nella sua forma più intensa che uno dei film più importanti della cinematografia brasiliana si intitola: “Eu sei que vou te amar” (di Arnaldo Jabour). La pellicola del 1986 mostra una coppia che è stata sposata per 3 anni ed è appena separata da 3 mesi. I due decidono di confrontarsi sul loro rapporto. In un gioco della verità su tutto ciò che è accaduto tra di loro, è una vera psicanalisi di coppia in forma di film. Le riprese sono avvenute in una casa progettata da Oscar Niemeyer nel 1948. La coppia è interpretata da Fernanda Torres e Tales Pan Chacon. Fernanda Torres vinse il premio come miglior attrice al Festival di Cannes e oggi è una delle attrici più importanti in scena in Brasile. Quasi 20 anni dopo, nel 2007, Arnaldo Jabour scrive il romanzo “Eu sei che vou te amar”, uno dei rari casi in cui il libro viene dopo il film.

La canzone ha girato il mondo ed esistono versioni in diverse lingue. Ne presentiamo alcune.

Inglese

 

It's You I'll Always Love

(testo di Gloria Estefan)

 

It's you I’ll always love
For ever only you I'll always love
Each time you say goodbye
I'llalways love
For the
rest of my life

Each song I
write will be to say
That you’re the one
It's you I'll always love
For the rest of my days

I know you'll make me cry
Whenever we're apart you'll make me cry
But every need you cause, you'll satisfy
Whenever you return

I know I'll fall apart
While life goes on I’ll wait for mine to start
The day you let me back into your heart
For the rest of my life

Nel 2013 la cantante Gloria Estefan ha registrato "It's You I'll Always Love”, la sua versione in inglese del brano, inserita come bonus track nell’album “The Standars”. Nel 2018 Mario Biondi registra in inglese la versione tradotta da Gloria Estefan: un cantante italiano canta in inglese una canzone brasiliana, mostrando che nell’arte non esistono confini.

Francese

Tu sais je vais t'aimer

(testo di Georges Moustaki)

 

Tu sais je vais t'aimer

Même sans ta presence

Je vais t'aimer

Même sans espérance

Je vais t'aimer

Tous les jours de ma vie

 

Dans mes poèmes je t'écrirai

C'est toi que j'aime

C'est toi que j'aimerai

Tous les jours de ma vie

 

Tu sais je vais pleurer

Quand tu t'éloignera

Je vais pleurer

Mais tu me reviendras

Et j'oublierais

La douleur de m'ennui

 

Tu sais je souffrirais

A chaque instant d'attendre

Je souffrirais

Mais quand tu seras lá

Je renetrai

Tous les jours de ma vie

 

Diversi artisti hanno registrato “Tu sais je vais t’aimer”, versione in francese di “Eu sei que vou te amar” scritta da Georges Moustaki. La più importante è stata registrata da Henri Salvador, chitarrista e comico francese, primo europeo a suonare e cantare la Bossa Nova. Nella registrazione del 2007 c’è anche la participazione di Gilberto Gil. “Chi sei tu che non hai sentito lo swing di Henri Salvador?” domanda Caetano Veloso nel testo del brano “Reconvexo”. La versione più popolare è la versione di Diana Panton nell’album “To Brazil with Love”, pubblicato nel 2013, un grande successo. Nel 2010 La cantante Jazz del Quebec, Mademoizelle Fizz, interpreta una bella versione bilingue (francese e portoghese) in un tributo a Henri Salvador che era morto due anni prima. Anche Gloria Estefan ha registrato la versione francese.

Italiano

 

Io so che ti amarò

(testo di Sergio Bardoti e Vinícius de Moraes)


Io so che ti amerò
Per tutta la mia vita ti amerò
E in ogni lontananza ti amerò
E senza una speranza io so che ti amerò

Ed ogni mio pensiero è per dire a te

 

Io so che ti amerò per tutta la mia vita

Io so che piangerò

Ad ogni nuova assenza piangerò

Ma il tuo ritorno mi ripagherà

Del male che l'assenza mi farà

Io so che soffrirò

La pena senza fine che mi da

Il desiderio di essere con te

Per tutta la mia vita

  

Nel 1976, Vinicius de Moraes e Toquinho realizzarono una versione in italiano intitolata “Io so che ti amerò, testo di Sergio Bardotti nell'LP “La voglia, la pazzia, l'incoscienza, l'allegria


Stavolta la voce femminile è quella di Ornella Vanoni, mentre al posto del “Sonetto della Fedeltà” Vinicius recita un altro suo poema in Italiano, il poema “Assenza”: 

Assenza

(Vinícius de Moraes)

 

Io lascerò che muoia in me

il desiderio di amare i tuoi occhi

che sono dolci

perché nulla potrei darti

tranne la pena di vedermi eternamente esausto.

Eppure la tua presenza

è una cosa qualunque come la luce e vita...

... eppure io sento che nel mio gesto esiste il tuo gesto

e nella mia voce la tua voce

 

Ti lascerò
Tu andrai e accosterai il viso a un altro viso
Le tue dita allacceranno altre dita
E tu sboccerai verso l'aurora

ma non saprai che a coglierti sono stato io
Perché io sono il grande intimo della notte
Perché ho accostato il mio viso al viso della notte

ed ho sentito il tuo bisbiglio amoroso
Ed ho portato fino a me

la misteriosa essenza del tuo abbandono disordinato
Io resterò solo come veliero nei porti silenziosi

ma ti possiederò più di chiunque perché potrò partire
E tutti i lamenti del mare del vento del cielo degli uccelli delle stelle saranno la tua voce presente
La tua voce assente
La tua voce rasserenata

Recentemente, in un mondo epidemico e recluso, dove l’arte è prodotta in casa, Brescia ha visto nascere una nuova versione di questo brano intramontabile: il fisarmonicista Davide Bonetti e la cantante Laura Sirani hanno registrato “Sei tu che voglio amare”. Il testo è della poeta Laura Sirani. La versione italiana di Sergio Bardotti è stata scritta insieme a Vinicius de Moraes, per questo è molto vicina al testo originale. Il testo di Laura Sirani è un po’ più libero, la semantica dell’amore eterno è più valorizzata e si discosta leggermente dal testo originale. Nei versi di Laura Sirani il testo ha un risvolto più femminile. Per questo post abbiamo scelto il video di Laura Sirani e Davide Bonetti, perché siamo felici del dono che ci hanno fatto e perché anche il nostro blog, come la loro canzone, è nato a Brescia.

Sei tu che voglio amar

(testo di Laura Sirani)

 

Sei tu che voglio amar

per tutta la mia vita voglio amar

in ogni tua partenza voglio amar

in ogni mio ritorno, sei tu che voglio amar.

 

E ogni cosa che dirò

la poesia per te sarà

per tutta la tua vita.

 

Per te io piangerò

la nostra casa vuota io vivrò

il nostro dolce bacio attenderò

di questa assenza morirò

 

Sei ti che sceglierò

e nella mia sventura soffrirò

sparando di vivere con te

tutta la nostra vita.

 

Sei tu che sceglierò

e nella mia sventura soffrirò

sperando di vivere con te

tutta la mia vita e amerò

l’eterna mia sventura io vivrò

sognando di vivere con te

 

Testo scritto da Marcelo Solla e Sabina Samba


sabato 12 dicembre 2020

Tristeza

 

Tristeza

(Haroldo Lobo e Niltinho)

 

Tristeza
Por favor vai embora
Minha alma que chora
Está vendo o meu fim
Fez do meu coração a sua moradia
Já é demais o meu penar
Quero voltar aquela vida de alegria
Quero de novo cantar
Lá, rá, lá, rá
Lá, rá, lá, rá, lá, rá, rá
Lá, rá, lá, rá, lá, rá, rá
Quero de novo cantar

 

Il brano “Tristeza” è l’ultima composizione eseguita da Haraldo Lobo  nel 1965. Morì infatti, il 20 luglio del 1965, a 55 anni, prima che il pezzo fosse ancora registrato. Il brano fu composto con Niltinho ed è talmente famoso e importante che Niltinho verrà ricordato per tutto il resto della sua vita come “Niltinho Tristeza”. La prima pubblicazione del brano fu registrata verso la fine del 1965 per Ari Cordovil e avrà un grande successo nell’imminente carnevale del 1966. Haroldo Lobo fu uno dei più grandi compositori di samba per il Carnevale e le sue musiche: “Tristeza”, “Indio quer apito” e “Ala-la-ô” sono suonate tutti gli anni nei Carnevali ed è praticamente impossibile conoscere un brasiliano che non sappia cantare uno di questi brani.

Jair Rodrigues, importante cantore della storia della musica brasiliana, ha registrato il brano nel 1966, l’anno più importante della sua carriera, quando vinse il Festival Record della Canzone Brasiliana con la musica “Disparada” di Geraldo Vandré, pareggiando il primo posto con “A Banda” de Chico Buarque. 

In Italia, nel 1967 Ornela Vanoni registrò il singolo “Tristezza (per favore vai via)” con il testo italiano scritto da Alberto Testa. La traduzione italiana di questo singolo è molto conosciuta in Italia, e quando uscì il 45 giri, riportava nel lato B il brano “Il mio posto qual è”. Ornella Vanoni torna a cantare il brano nel 2010 nel album registrato dal vivo in Brasile "Live al Blue Note" dove lei canta molti altri classici brasiliani. Il pezzo è stato cantato anche da Mina nel 1993 nell’album “Signori... Mina! (vol.2)”. Andrea Bocelli cantò “Tristeza live in Puertofino” nel 2012, ma preferì cantarla nella versione originale portoghese.


Tristezza

(Alberto Testa)

 

Tristezza
per favore va via
tanto tu in casa mia
no, non entrerai mai
c'è tanta gente che ha bisogno di soffrire
e ogni giorno piange un po’
invece io voglio vivere e cantare
e devo dirti di no. . .

 

Tristezza
per favore va via
non aver la mania
di abitare con me
ormai dipingerò di rosso la mia stanza
appena parti lo farò
al posto tuo ho già invitato la speranza
e finalmente vivrò.

 

La versione in inglese “Tristeza, Googbye Sadness” fu scritta da Norman Gimbel, lo stesso autore che tradusse diverse canzoni di Tom Jobim in inglese. La versione inglese di “Tristeza” fu registrata dalla cantante brasiliana Astrud Gilberto. Astrud, figlia di madre bahiana e di padre tedesco, professore di lingua e letteratura, parla e canta in diverse lingue ed è una grande divulgatrice della musica brasiliana negli Stati Uniti dove risiede dal 1963. Astrid Gilberto è stata moglie di João Gilberto dal 1959 al 1964 ed è conosciuta principalmente per aver cantato la prima versione inglese di “Girl of Ipanema” con Stan Getz e con lo stesso João Gilberto. 

Tristeza - Goodbye Sadness

(Norman Gimbel)

 

Tristeza

The big sadnessthe heart feels

Let it leavemine forever

Let my lips sing again

From this day on my days are days of sun and roses

My life's a carnivalof song

From this day on my dear the door to sorrow closes

This day when you came along

 

Esistono anche diverse versioni spagnole di “Tristeza”, per esempio il cantante cubano Sergio Gonzalez ne registrò una nel 2011. Il blog “Storie e Leggende del Samba” presenta l’originalissima versione di Nicolas Mato, argentino di origine Guaranì,  che è diventato bresciano di adozione per amore di una dottoressa italiana conosciuta in Francia.

Tristeza

(Nicolas Mato)

 

Tristeza, por favor vete ahora

Mi alma que llora

Esta viendo mi final

Hizo de mi corazon su morada

Ya es demasiado mi penar

Quiero volver a aquella vida de alegria

Quiero de nuevo cantar

Lá, rá, lá, rá
Lá, rá, lá, rá, lá, rá, rá
Lá, rá, lá, rá, lá, rá, rá
Quiero de nuevo cantar

 Testo scrito da Marcelo Solla e Barbarella Happy

lunedì 16 novembre 2020

Bala com Bala

 

BrèSamba - Bala com Bala

Bala com Bala

(João Bosco – Aldir Blanc)

 

A sala cala, o jornal prepara
Quem está na sala com pipoca e bala
E o urubu sai voando
Manso

O tempo corre e o suor escorre
Vem alguém de porre e é um corre-corre
E o mocinho chegando
Dando

 

Eu esqueço sempre nessa hora linda, loura
Minha velha fuga em todo impasse
Eu esqueço sempre nessa hora linda, loura
Quanto me custa dar a outra face

 

O tapa estala no balacobaco
É bala com bala, é fala com fala
E o galã se espalhando
Dando

No rala-rala, quando acaba a bala
É faca com faca, é rapa com rapa
E eu me realizando
Bambo

 

Quando a luz acende é uma tristeza, trapo, presa
Minha coragem muda em cansaço
Toda fita em série que se preza, dizem, reza

Acaba sempre no melhor pedaço

 


 

Il testo di Bala com Bala affonda le sue radici nella poesia concreta e nella terza fase del modernismo brasiliano. E’ una poesia sonora di alto livello. Il linguaggio è volutamente costruito su assonanze e allegorie che, una dopo l’altra, sembrano rotolare a ritmo delle azioni che si susseguono. La prima strofa ci introduce in una sala, forse quella di un bar. C’è della gente “com pipoca e bala”, con pop-corn e... caramelle o proiettili? Un urubu vola, tranquillo. Il tempo corre, il sudore scorre, ed ecco l’arrivo di un ubriaco che scatena della confusione…

D’istinto ci si chiede cosa accada esattamente. Come si muovono i vari personaggi sulla scena? Ci siamo limitati a evocare alcune prime immagini che si potrebbero estrapolare dal brano, così pieno di espressioni gergali e popolari, alcune delle quali divenute tali proprio per via della canzone. Ma abbiamo ritenuto insensato cimentarci nella traduzione dei versi di Bala com Bala (mirando, per dirla alla Eco, “a ritrovare l’intenzione del testo”), vista la quantità di nonsense e modi di dire che si susseguono in un gioco fonetico straordinario, pieno di allitterazioni, onomatopee e cacofonie, generatore di immagini che danno adito a diverse interpretazioni. 

            Nel 1977 Mina registrò un brano dal titolo “Balla chi Balla” nell’album “Mina con bignè”. E’ la versione italiana, scritta da Giorgio Calabrese, di Bala com Bala. A tratti ricalca la semantica del testo brasiliano. 

 

Balla chi Balla

(testo di Giorgio Calabrese)

 

La sera calaPoca gente in sala
Gli occhi di chi ballaCon un colpo d'ala
Passa un gabbiano volando
Bianco

Il tempo correC'è chi ne discorre
Qualcheduno correEd ecco i rigori
E stiamo appena arrivando
Stanco.

Io mi scordo sempre di quest'oraOra e ancora
L'instabilità che mi bilancia
Io mi scordo sempre in quest'oraOra e ancora
Quanto costa porgere l'altra guancia.
Il tempo scappaSalta la bracca
Poi balla chi ballaE balla chi balla
Tutto si va sparpagliando
Tanto.

Mano per manoChi non prende cala
E scopa con scopaCala con cala
E io mi sto realizzando
Sbando.

Quando il sole accendeUn mondo pieno di miseria
Il coraggio sfuma e sono stanca
Tanto che si vanta tantoDi una vita seria
Prende sempre il meglio in tutto quanto.

 

Nello stesso album Mina incise anche un altro brano di matrice brasiliana, “Che lui mi dia”, versione italiana di “Basta um dia” di Chico Buarque de Hollanda firmata da Sergio Bardotti. 

 

Bala com Bala fu la prima canzone del lungo sodalizio tra João Bosco e Aldir Blanc ad essere incisa da Elís Regina. La storia dell’incontro tra Elís e il duo è molto affascinante. João Bosco e Aldir Blanc avevano composto diversi brani insieme, sognando di presentarli un giorno a Elís Regina, che era già molto conosciuta come cantante. Aldir Blanc trovò il coraggio di chiamare al telefono Elís, che si rivelò molto gentile e li invitò a trovarla in un teatro nella zona sud del Rio de Janeiro, dove si sarebbero svolte le prove per un suo concerto. João e Aldir arrivarono e si sedettero sugli scalini davanti all’entrata del teatro. Elís li trovò lì fuori:“Entrate, venite a vedere la prova, nella pausa parlerò con voi”. Quei due giovani ragazzi si trovarono seduti nel teatro a vedere in esclusiva la più grande cantante del Brasile esibirsi solo per loro, sembrava un sogno, riuscivano a malapena a trattenere la felicità. Durante la pausa Elís andò loro incontro, si sedette per terra e disse: “suonate, suonate le vostre composizioni”. Dopo qualche canzone Elís è decisa: “Questa Bala con Bala la registro adesso nel mio album… il prossimo anno inciderò CabaréElís mantenne la promessa e registrò molti altri loro brani durante la sua carriera. Dopo Tom Jobim, Aldir Blanc è il compositore con più canzoni interpretate da Elís Regina. 

La prima versione di Bala com Bala è stata incisa nel 1973. Nel 1979 Elís registra “O Bêbado e a Equilibrista” composto da Aldir Blanc e João Bosco; si tratta di uno dei brani più importanti ispirati alla lotta contro la dittatura militare in Brasile, al quale abbiamo dedicato un post in questo blog. 

 

Vale la pena raccontare un altro episodio curioso tra Elís e Aldir. Un giorno lei andò a trovarlo a casa e, vedendolo molto triste, gli domandò: “Perché sei tanto triste?”; Aldir le raccontò che sua mamma era molto malata e si trovava all’Ospedale della Benificência Portuguesa. Aldir si è sempre dichiarato ateo, era un medico ed era al corrente dello stato di salute di sua madre. Elís, molto religiosa, gli disse: “vado all’ospedale per pregare per lei”. Aldir credeva molto nella scienza, eppure in questa circostanza il suo scetticismo dovette far spazio al misticismo cui la generosa artista era devota, perché quella sera Elís deviò dal percorso che l’avrebbe portata direttamente ad esibirsi per un concerto e salì in ospedale per pregare per sua madre. Chissà che faccia avranno fatto i medici e gli infermieri vedendo quella stella, quel mito, in giro per i corridoi dell’ospedale in cerca della madre di Aldir Blanc, per pregare con lei.

 

“Ma chi è Aldir Blanc?”

 

Durante tutta la sua vita Aldir Blanc è stato un’icona della lotta per la libertà e contro le dittature. In tutta la sua vita e anche nella morte. Aldir è venuto a mancare quest’anno, il 4 maggio 2020, nella cittá del Rio di Janeiro a 73 anni, vittima del Covid-19, in un momento politico difficile per coloro che credono nella democrazia e nella libertà. Lui è stato uno dei primi nomi conosciuti e importanti a morire di Covid-19 in Brasile, mentre il presidente e i suoi ministri negazionisti si preoccupavano più dell’economia che della sanità. Quando hanno domandato al presidente e alla ministra della cultura se il governo non si sarebbe pronunciato sulla morte di Aldir Blanc, la risposta è stata: “Ma chi è Aldir Blanc?”. Questa risposta, oltre a palesare l’ignoranza di questi dirigenti, denota il disprezzo che essi mostrano verso la cultura e la storia del Paese. Questo fatto ha suscitato una risposta forte e commovente da parte di molti artisti brasiliani. 

Desideriamo qui mostrare tre contributi significativi in ricordo di Aldir Blanc:

 

- la dichiarazione di João Bosco su Aldir Blanc il giorno della sua morte;

- Zélia Duncan si rivolge alla ministra della cultura e le racconta chi è Aldir Blanc;

- la vignetta di Nando Motta per commemorare Aldir.

 

La testimonianza di João Bosco parla da sé:

 

“Chiedo scusa a chi mi ha cercato oggi. Non sono in condizioni di parlare. Aldir è stato più che un amico per me. Aldir si confonde con la mia vita. In ogni spettacolo, ogni canzone, ogni città, era lui a parlare in me. Anche quando eravamo lontani lui era con me. E ogni volta, al ritrovarci, era come se ci fossimo appena salutati il mattino prima. E tornavamo a parlare ininterrottamente. Lui con quel senso dell’umorismo divino. Sempre innamorato dei nipoti. Lui medico, io ipocondriaco. Siamo stati amici nuovi e di lunga data. Ma soprattutto eterni. Non esiste João senza Aldir. Fortunatamente le nostre canzoni sono lì per sopravviverci. E come sempre lui parlerà in me, sarà vivo dentro di me, ogni volta che le canterò. Oggi è uno dei giorni più difficili della mia vita. Il mio cuore è con Mari, compagna di Aldir, con i suoi figli e nipoti. Perdo il migliore amico, ma guadagno, in questo mare di tristezza, una ragione per vivere: voglio cantare le nostre canzoni finché ne avrò la forza. Una persona muore solo quando muore il testimone. Io sono qui per far vivere lo spirito di Aldir. Io e tutti i brasiliani e le brasiliane colpitidal suo genio.”

João Bosco - 04/05/2020

https://www.facebook.com/oficialjoaobosco/posts/578204069492662/

 

Il 14 maggio 2020 Zelia Duncan, una grande cantante brasiliana, ha registrato e pubblicato sul suo canale ufficiale un video di grande enfasi dal titolo “Entre vida e morte, o direito de viver”, nel quale esprime il sentimento di profonda indignazione di molti artisti di fronte alla domanda della ministra della cultura: “Chi è Aldir Blanc?”. Con una retorica fantastica e con grande coerenza si rivolge alla segretaria della cultura, Regina Duarte, rispondendo alla sua domanda “Chi è Aldir Blanc?” e raccontando l’apporto gigantesco che Aldir ha dato alla musica brasiliana:

 

https://www.youtube.com/watch?v=YGQk5s67H4M

 

 

Il musicista, attore e fumettista Nando Motta rivela tutta la sua sensibilità rendendo omaggio al compositore con una vignettache illustra l’arrivo di Aldir Blanc in paradiso. E’ un evidente, a dir poco commovente rimando al meraviglioso brano “O Bêbado e a Equilibrista”:

“Henfil, vieni a vedere chi è arrivato!

 

Così, lasciata questa terra, Aldir Blanc si conferma simbolo vivo della lotta colta e intelligente contro l’ignoranza.


                Testo scritto da Marcelo Solla e Sabina Samba