domenica 11 giugno 2017

Liberdade, Liberdade, abre as asas sobre nós

Proclamação da República - Benedito Calixto

Liberdade, Liberdade, abre as asas sobre nós
Liberdade!, Liberdade!
Abre as asas sobre nós
E que a voz da igualdade
Seja sempre a nossa voz, mas eu digo que vem
Vem, vem reviver comigo amor
O centenário em poesia
Nesta pátria mãe querida
O império decadente, muito rico incoerente
Era fidalguia e por isso que surgem
Surgem os tamborins, vem emoção
A bateria vem, no pique da canção
E a nobreza enfeita o luxo do salão, vem viver
Vem viver o sonho que sonhei
Ao longe faz-se ouvir
Tem verde e branco por aí
Brilhando na Sapucaí (e da guerra)
Da guerra nunca mais
Esqueceremos do patrono, o duque imortal
A imigração floriu, de cultura o Brasil
A música encanta, e o povo canta assim (e da princesa)
Pra Isabel a heroína, que assinou a lei divina
Negro dançou, comemorou, o fim da sina
Na noite quinze e reluzente
Com a bravura, finalmente
O Marechal que proclamou foi presidente

    Il Brasile fu una colonia del Portogallo fino al 1822. Dal 1822 al 1889 venne istituito l'Impero, con due imperatori: Pedro I e, in seguito, Pedro II. Nel 1889 venne poi proclamata la Repubblica.
Questo è un samba di “Imperatriz Leopoldinense” del 1989, ed è un omaggio al centenario della proclamazione della Repubblica.

    Il ritornello di questo samba è estremamente forte: è un grido di libertà. I versi “Liberdade, liberdade, abre as asas sobre nós” (libertà, libertà, apri le ali su di noi) sono stati presi dall'Inno della Repubblica come desiderio di uguaglianza tra gli uomini;
e que a voz da igualdade seja sempre a nossa vós” (e che la voce dell'uguaglianza, sia sempre la nostra voce.) 

    Dopo un periodo di dittatura militare, durato dal 1964 al 1985, il Brasile nel 1989, ha vissuto le prime elezioni dirette per il Presidente attese per 29 anni. Queste sono state una seconda occasione per urlare nuovamente il grido di libertà.


Traduzione e spiegazione

“Vem, vem reviver comigo amor
O centenário em poesia
Nesta pátria mãe querida
O império decadente, muito rico incoerente
Era fidalguia”

Vieni, viene a rivivere con me amore
Il centenario in poesia
In questa patria madre cara
I'Impero decaduto, molto ricco e incoerente
Era solo per la nobiltà.

(Parlaci del centenario della proclamazione della Repubblica e della decadenza dell’Impero che spendeva molto soldi per sostenere l'Imperatore, la sua famiglia e la sua nobiltà).

Surgem os tamborins, vem emoção
A bateria vem, no pique da canção
E a nobreza enfeita o luxo do salão,” 

Sorgono tamburelli, arriva l'emozione
La batteria avanza, nella forza della canzone
E la nobiltà adorna con lusso il salone della festa, 

(Innanzitutto parla della batteria della stessa scuola di samba, cosa frequente nel samba enredo, poi fa riferimento ad una grande festa che fu celebrata il 9 novembre 1989: la “Baile da Ilha Fiscal”. Questa fu l'ultima grande festa dell'Impero Brasiliano dove si folleggiò a lungo con cibi e bevande).

Vem viver o sonho que sonhei
Ao longe faz-se ouvir
Tem verde e branco por aí
Brilhando na Sapucaí”

Vieni a vivere il sogno che io sognai
In lontananza si sente
È verde e bianco intorno
Brillando in Sapucaí

(Il verde e bianco sono i colori della scuola di Samba Imperatriz Leopoldinense  e Sapucaí (Marquez de Sapucaí) è la via dove si trova il “Sambodromo”, posto in cui ogni anno, a Rio de Janeiro in febbraio, ha luogo la sfilata del Carnevale)

Da guerra nunca mais
Esqueceremos do patrono, o duque imortal
A imigração floriu, de cultura o Brasil
A música encanta, e o povo canta assim”

La guerra mai più
Dimenticheremo il patrono, il duca immortale
L'immigrazione fiorì di cultura in Brasile
La musica incanta e il popolo canta così

(La guerra citata è la “Guerra del Paraguay”, combattuta tra il 1864 e il 1870, in cui il Brasile, con il supporto e l'appoggio dell'Inghilterra, ha sconfitto il Paraguay. Il duca immortale di cui si parla è il Duque de Caxias, comandante dell'esercito Brasiliano. L’immigrazione che è fiorita di cultura è principalmente quella italiana che arrivò in Brasile all'inizio della Repubblica per sostituire il lavoro degli schiavi nell'agricoltura.) 

Pra Isabel a heroína, que assinou a lei divina
Negro dançou, comemorou, o fim da sina
Na noite quinze e reluzente
Com a bravura, finalmente
O Marechal que proclamou foi presidente

Ad Isabel l'eroina , che firmò la legge divina
il negro ha ballato, ha festeggiato la fine del destino
a quindici scintillante notte
Con coraggio, infine
Il maresciallo che proclamò, fu presidente.

(La Principessa Isabel, figlia dell'Imperatore D. Pedro II, sostituì il padre  lontano per un viaggio d'affari, e firmò, il 13 maggio 1888, la “Lei Aurea”, la legge divina. Questa legge aboliva la schiavitù in Brasile e liberava tutti gli schiavi dalle catene. La fine della schiavitù fu una delle principali causa della proclamazione della Repubblica, che avvenne un anno dopo, nella notte del 15 novembre del 1889 per opera del maresciallo Deodoro da Fonseca che diventò il primo presidente della Repubblica del Brasile.)

        Testo di Marcelo Solla e Barbarella Happy.