Testo scritto da Marcelo Solla e Sabina Samba
mercoledì 17 giugno 2020
Tiro ao Alvaro
domenica 22 marzo 2020
Agua de Beber
Acqua da bere
(Alessandro
Calabrese)
Io voglio
amare ma ho paura
che si ferisca il cuore mio,
ma c'è un segreto nell'amore:
La paura può uccidere un cuore per sempre
Agua de beber,
Agua de beber, camará
Ho fatto una cosa giusta
la scuola del perdono
che
la mia casa tiene aperta
e apre tutte le porte del cuore
Pensavo che tutto
l'amore
fosse tristezza e
falsità
Ma proprio questa mia opinione
Ha fatto diventare falsa anche la verità.
“Poeta, poetinha vagabundo
Quem me dera todo o mundo fosse assim feito você”
La citazione è della canzone “Samba pra Vinicius” dove Toquinho mostra tutta la sua ammirazione per il suo amico, partner e idolo Vinicius de Moraes. Il sentimento che Toquinho prova per lui, è lo stesso che sente tutto il popolo brasiliano per il grande Vinicius.
La sensibilità, la delicatezza e la carezza che Vinicius riesce a trasferire nelle parole e nella poesia, fanno di lui il poeta più popolare e amato del Brasile. Secondo l'accademia e i letterati non è il più forte e grande, ma è sicuramente quello che sta nei cuori dei brasiliani e il più nominato quando si parla di amore.
Il poeta Vinicius de Moraes aveva due stili diversi: nella poesia letteraria (scritta) e nella poesia nei testi delle canzone (cantata). Profondo studioso dei classici, Vinicius studiò lingua e letteratura inglese all'Università di Oxford. La sua poesia letteraria ha una struttura tradizionale, come sonetti e poesie in metrica. Alcuni dei suoi sonetti: “Soneto de Separaçao”, “Soneto de Fidelidade” e “Soneto do Amor Total” sono i poemi più conosciuti e amati della letteratura brasiliana. Nei testi delle sue canzoni, la sua poetica è più moderna e libera, usa un linguaggio più popolare e semplice;sempre suo il componimento più famoso al mondo della musica brasiliana:“Garota de Ipanema”. Ma ancora, suoi pezzi sono: “Eu sei que vou te amar”, “Chega de Saudade”, “Tarde em Itapuã” e “Aquarela”. Di solito il suo modo preferito di comporre era per un duo, avendo como partner i maggiori musicisti brasiliani, tra cui Tom Jobim, Baden Powell, Carlos Lira, Chico Buarque e Toquinho. Egli compose anche parti in prosa, articoli giornalistici, per la drammaturgia e come critico letterario.
Vinicius de Moraes era laurato in giurisprudenza all'Università Federal do Rio de Janeiro, al tempo chiamata "Scuola del Catete", e diventò un diplomatico brasiliano, lavorando nelle ambasciate di Los Angeles, Roma, Parigi e in Uruguay. Alla fine degli anni sessanta, e nei primi anni settanta, Vinicius veniva frequentemente in Italia. Con il suo amico Toquinho fece diverse apparizioni televisive. Nel 1969 registrò il suo primo album in Italiano “La vita, amico, è l'arte dell’incontro”, affiancato da Sergio Endrigo. Nell'album sono presenti alcuni dei suoi poemi tradotti e recitati da Giuseppe Ungaretti. I due poeti si conobbero nel 1937 in Brasile, quando Ungaretti si trasferì a San Paolo per insegnare Lingua e letteratura italiana presso l'Università di San Paolo. Qui Ungaretti conobbe le poesie di Vinicius che iniziò a tradurre in italiano.
La leggenda narra che “Água de Beber” sia la prima musica composta nella città di Brasília. Nel 1959, prima ancora dell'inaugurazione della futura capitale del Brasile, il presidente Juselino Kubitschek invitò Tom Jobim e Vinicius a conoscere la futura capitale e chiese loro di comporre una sinfonia che doveva essere suonata durante la festa per la nuova città scelta come capitale. Tom e Vinicius passeggiavano vicino al Catetinho (casa di legno che viene utilizzata come sede provvisoria prima dell'inaugurazione) quando sentirono un rumore di acqua che cadeva da una fontana che si trovava lì vicino. Chiesero agli uomini della sicurezza che li scortavano cosa fosse, e la risposta fu: “Água de beber camará”. Questa fu l'ispirazione per la canzone.
Testo scritto da Marcelo Solla e Barbarella Happy
mercoledì 29 gennaio 2020
Águas de Março
Testo scritto da Marcelo Solla e Sabina Samba
martedì 7 gennaio 2020
Volta por Cima
Testo scritto da Marcelo Solla e Sabina Samba
lunedì 2 dicembre 2019
O Bonde São Januário
Leva mais um operário
Sou eu que vou trabalhar
Nel video di BrèSamba per questo blog, Eleonora Olivares canta il testo originale di Ataulfo Alves e Wilson Baptista e Sabina Samba canta il testo della dittatura registrato da Ciro Monteiro.
...ma volete sapere come è
finita questa storia?
ll Brasile dichiarò guerra all’Italia, invase l’Italia e vinse la guerra!
Proprio così.
Il 22 agosto 1942 il Brasile
di Getulio Vargas, che era sostenitore di Mussolini più per interessi economici
che per ideologia, dichiarò guerra alle potenze dell’Asse, Italia, Germania e
Giappone, prendendo parte al conflitto a fianco degli alleati. Gli Stati Unuti
“regalarono” al Brasile un’industria dell’acciaio (CSN – Compania Siderúrgica
Nacional) e installarono una base militare a Natal, nel Nordeste Brasiliano.
Secondo il popolo brasiliano il Brasile non sarebbe mai entrato in guerra. Da
questa convinzione nacque l’espressione popolare "é mais fácil uma cobra fumar do que o Brasil entrar na
Guerra": è più facile veder fumare un serpente che il Brasile entrare
in guerra. Il 13 agosto 1943 il Brasile creò la FEB (Força Expedicionária Brasileira)
il cui simbolo distintivo è un serpente che fuma:
Il 2 luglio 1944 il serpente fumò e la FEB partì per l’Italia alla volta di Napoli. L’intervento ebbe inizio nel settembre 1944, quando le truppe brasiliane liberarono Barga e la valle del fiume Serchio. Il 21 febbraio 1944 ebbe luogo la vittoria più importante della FEB in Italia nella battaglia di Monte Castello, alla quale seguì la battaglia di Montese. Le truppe raggiunsero poi Bologna e Torino.
Come tutti sanno gli alleati
vinsero la guerra, ma forse non tutti ricordano che tra gli alleati ci fu il
Brasile. Circa 27.000 soldati brasiliani presero parte al conflitto e tra loro si contarono più di
2.000 caduti. Adesso, quando qualcuno vi domanderà: “Chi liberò l’Italia dal
Nazifascismo?” potrete rispondere “I Partigiani, ma anche i Brasiliani”!
Testo scritto da Marcelo Sola e Sabina Samba