lunedì 2 dicembre 2019

O Bonde São Januário


BrèSamba - O Bonde São Januário - Eleonora Olivares e Sabina Samba


O Bonde São Januário
(Ataulfo Alves e Wilson Batista)

Quem trabalha é que tem razão
Eu digo e não tenho medo de errar
O bonde São Januário
Leva mais um operário
Sou eu que vou trabalhar
Antigamente eu não tinha juízo
Mas resolvi garantir meu futuro
Vejam vocês
Sou feliz vivo muito bem
A boemia não dá camisa ninguém.

O Bonde São Januário

Chi lavora è chi è corretto
io dico e non ho paura di sbagliare
Il tram São Januàrio
porta un operaio in più
sono io che vado a lavorare 
Prima ero senza giudizio
Ma ho deciso di garantire il mio futuro
Vedete voi
Sono felice e vivo molto bene
La boemia non dà camicia a nessuno

Il discorso di Getúlio Vargas ai lavoratori nel Stadio Sao Januário

    Negli anni ‘40 del secolo scorso anche il Brasile visse la sua dittatura comandata da Getulio Vargas, che aveva un grande idolo in Europa: Benito Mussolini. La legislazione del lavoro in Brasile è basata sulla Carta del Lavoro del fascista. Il primo di maggio di ogni anno nello stadio “São Januàrio” della squadra di calcio Vasco da Gama, a Rio de Janeiro, Getúlio teneva un lungo discorso indirizzato ai lavoratori. I suoi sermoni cominciavano sempre con “Trabalhadores do Brasil” (Lavoratori del Brasile), ed erano un esplicito invito a mettersi a servizio dello Stato, garante del cittadino. Il vecchio “malandro carioca”, pericoloso e furbo, doveva ora guardare all’immagine della nuova filosofia del “Lavoro”. Il “Malandro” non può più soltanto bighellonare in spiaggia giocando a calcio, bevendo “cachaça”, suonando la chitarra, le percussioni e facendo samba. Il “Malandro” deve diventare un “Lavoratore”, deve iscriversi al sindacato, deve pagare l’INPS, deve diventare un “socio” dello Stato. Il DIP (Departamento de Impresa e Propaganda) era un organo di repressione che approfittò della popolarità della radio e del samba per plasmare questa nuova immagine. Il brano “O Bonde de São Januário” diventa un inno dei lavoratori.

    Però...
    ...un sambista mai farebbe un samba per appoggiare la dittatura. Nel testo originale di Ataulfo Alves e Wilson Baptista non troviamo traccia di alcun operaio. Venne censurato, poiché apostrofava il “sócio”, il lavoratore iscritto al sindacato, come “otario”, un appellativo tutt’altro che complimentoso: il lavoratore è al servizio della dittatura. Il testo critica dunque i sindacati e la loro compromissione con lo stato dittatoriale. Il brano fu poi registrato da Ciro Monteiro con la “piccola” alterazione operata dal DIP: “sócio otário” venne sostituito da “operário”, cambiamento sufficiente a stravolgere completamente il senso del messaggio.

    Testo originale censurato:

O bonde São Januário
Leva mais um sócio otário
Só eu não vou trabalhar

“Il tram São Januário 
porta un socio stronzo in più, 
soltanto io non vengo a lavorare”

    Testo cambiato dal DIP:

O bonde São Januário
Leva mais um operário
Sou eu que vou trabalhar

“Il tram São Januário
porta un operaio in più, 
sono io che vengo a lavorare”.

    Nel video di BrèSamba per questo blog, Eleonora Olivares canta il testo originale di Ataulfo Alves e Wilson Baptista e Sabina Samba canta il testo della dittatura registrato da Ciro Monteiro.


...ma volete sapere come è finita questa storia?

ll Brasile dichiarò guerra all’Italia, invase l’Italia e vinse la guerra!

Proprio così.

Il 22 agosto 1942 il Brasile di Getulio Vargas, che era sostenitore di Mussolini più per interessi economici che per ideologia, dichiarò guerra alle potenze dell’Asse, Italia, Germania e Giappone, prendendo parte al conflitto a fianco degli alleati. Gli Stati Unuti “regalarono” al Brasile un’industria dell’acciaio (CSN – Compania Siderúrgica Nacional) e installarono una base militare a Natal, nel Nordeste Brasiliano. Secondo il popolo brasiliano il Brasile non sarebbe mai entrato in guerra. Da questa convinzione nacque l’espressione popolare "é mais fácil uma cobra fumar do que o Brasil entrar na Guerra": è più facile veder fumare un serpente che il Brasile entrare in guerra. Il 13 agosto 1943 il Brasile creò la FEB (Força Expedicionária Brasileira) il cui simbolo distintivo è un serpente che fuma:



Il 2 luglio 1944 il serpente fumò e la FEB partì per l’Italia alla volta di Napoli. L’intervento ebbe inizio nel settembre 1944, quando le truppe brasiliane liberarono Barga e la valle del fiume Serchio. Il 21 febbraio 1944 ebbe luogo la vittoria più importante della FEB in Italia nella battaglia di Monte Castello, alla quale seguì la battaglia di Montese. Le truppe raggiunsero poi Bologna e Torino.

Come tutti sanno gli alleati vinsero la guerra, ma forse non tutti ricordano che tra gli alleati ci fu il Brasile. Circa 27.000 soldati brasiliani presero parte al conflitto e tra loro si contarono più di 2.000 caduti. Adesso, quando qualcuno vi domanderà: “Chi liberò l’Italia dal Nazifascismo?” potrete rispondere “I Partigiani, ma anche i Brasiliani”!


       
        Testo scritto da Marcelo Sola e Sabina Samba

giovedì 21 novembre 2019

Mama Africa


Legau da Metro - Mama Africa


Mama Africa 
(Chico César)

Mama África
A minha mãe é mãe solteira
E tem que fazer mamadeira todo dia
Além de trabalhar como empacotadeira
Nas Casas Bahia...
Mama África, tem tanto o que fazer
Além de cuidar neném
Além de fazer denguim
Filhinho tem que entender
Mama África vai e vem
Mas não se afasta de você...
Quando Mama sai de casa
Seus filhos se olodunzam
Rola o maior jazz
Mama tem calo nos pés
Mama precisa de paz...
Mama não quer brincar mais
Filhinho dá um tempo
É tanto contratempo
No ritmo de vida de mama...

Mama Africa

La mia mamma è una madre single
E deve preparare il biberon ogni giorno
Oltre che lavorare come confezionatrice
A Casas Bahia...
Mama Africa, ha così tanto da fare
Oltre che prendersi cura dei bambini
Oltre che fare le coccole
Bambino devi capire
Mama Africa va e viene
Ma non si allontana da te...
Quando la mamma esce di casa
I suoi figli si Olodumizzano
E accade il più grande jazz
Mamma ha i calli ai piedi
La mamma ha bisogno di pace
La mamma non vuole più giocare
Figlio fermati
Ci sono tanti contrattempi
Nel ritmo di vita di Mama.


    Chico César è il nome artistico di Francisco César Gonçalves, nato il 26 gennaio 1964 nella regione del Paraíba, nella parte Nord-est del Brasile. Laureato in giornalismo, ha inizialmente lavorato come revisore di testi e giornalista per alcuni anni. Nel 1991, dopo una tourné in Germania con la sua banda "Cuscuz Clã", decise di vivere guadagnando solo con la musica, per questo intensifica il suo lavoro di composizione. Il nome "Cusuz Clã" significa: il Clan del Cuscus (cibo di origine orientale che esiste anche in Brasile, ma impiegato in un modo un po' diverso). Non esiste alcuna relazione con il "Ku Kux Klan", se non per ironia fonetica, dal momento che la vita e il pensiero di Chico Cèsar sono totalmente opposti alle idee di quest'ultima organizzazione.
    Il brano "Mama Africa" è del 1996 ed ha fatto conoscere Chico César in tutto i mondo. Il suo video clip, rivoluzionario e originale allo stesso tempo, ha vinto il premio come miglior video clip dell'anno nel canale televisivo MTV Brasilie e la canzone è diventata subito popolare in tutta la nazione.  
Anche se il Brasile era appena uscito di una dittatura militare e cominciava ad essere “democratico”, la differenza sociale tra i ricchi e i poveri, tuttavia, continuava ad essere molto marcata. Essere povero era difficile, ma, essere una Donna povera, lo era ancora di più. Il testo della canzone dimostra la forza e la resilienza di una donna povera che deve sostenere da sola una famiglia composta da molti figli. Lei è brava e non si stanca, osserva il successo delle impresa dei propri figli con orgoglio, nonostante si siano "olodumizzati e fanno una gran confusione”. 
    La parola “Jazz” può essere tradotta come lo stile musicale statunitense, ma anche nel senso di confusione, rumore. L'espressione “se oloduzam” è un interessante neologismo dove Chico Cèsar crea il verbo riflessivo “oloduzar” e lo coniuga nella terza persona plurale con il senso di “essere qualcuno che sembra o suona negli Olodum”. Olodum è il più conosciuto gruppo di musica, organizzato con ispirazione nella musica e cultura africana, formatosi nel Pelorinho, quartiere storico di Salvador, a Bahia.
    Questa Mamma non si ferma mai perché “deve preparare il biberon tutti i giorni oltre a lavorare come confezionatrice a Casas Bahia”. Casas Bahia è un grande magazzino popolare presente in tutto il Brasile e che vende articoli casalinghi (frigoriferi, forni, condizionatori dell'aria, TV,...) e il modesto sogno consumistico dei poveri in Brasile è quello di possedere la tessera di fedeltà di Casas Bahia per potere acquistare questi elettrodomestici con una decina di rate e con gli interessi di un paio d’anni, anche se, così facendo, pagano tre volte il prezzo del prodotto. 
    Lo stesso riferimento a Casas Bahia, si trova anche nella celebre frase del “Mamona Dinho” nella canzone di Chopis Centis: “A minha felicidade è un crediàrio nas Casas Bahia” (La mia gioia è una carta di credito nella Casas Bahia). 
Mamma Africa, oltre a prendersi cura del bambino fa anche “denguim”, altra parola interessantissima, che è un diminutivo carino, tipico della regione nordestina della parola “dengo” che non ha alcuna traduzione in italiano. 

        Testo scritto da Marcelo Solla e Barbarella Happy

sabato 5 ottobre 2019

O Que Será


O Que Será - Sara Trementini e Marcelo Solla

O que será (À flor da Terra)

(Chico Buarque e Francis Hime)

 

O que será, que será?

Que andam suspirando pelas alcovas

Que andam sussurrando em versos e trovas

Que andam combinando no breu das tocas

Que anda nas cabeças anda nas bocas

Que andam acendendo velas nos becos

Que estão falando alto pelos botecos

E gritam nos mercados que com certeza

Está na natureza

Será, que será?

O que não tem certeza nem nunca terá

O que não tem conserto nem nunca terá

O que não tem tamanho...

 

O que será, que será?

Que vive nas ideias desses amantes

Que cantam os poetas mais delirantes

Que juram os profetas embriagados

Que está na romaria dos mutilados

Que está na fantasia dos infelizes

Que está no dia a dia das meretrizes

No plano dos bandidos dos desvalidos

Em todos os sentidos...

Será, que será?

O que não tem decência nem nunca terá

O que não tem censura nem nunca terá

O que não faz sentido...

 

O que será, que será?

Que todos os avisos não vão evitar

Por que todos os risos vão desafiar

Por que todos os sinos irão repicar

Por que todos os hinos irão consagrar

E todos os meninos vão desembestar

E todos os destinos irão se encontrar

E mesmo o Padre Eterno que nunca foi lá

Olhando aquele inferno vai abençoar

O que não tem governo nem nunca terá

O que não tem vergonha nem nunca terá

O que não tem juízo...

 

 

Ah Che Sarà

(testo italiano di Ivano Fossati)

 

Ah, che sarà, che sarà

che vanno sospirando nelle alcove

Che vanno sussurrando in versi e strofe

Che vanno combinando in fondo al buio

Che gira nelle teste e nelle parole

Che accende candele nelle processioni

Che va parlando forte nei portoni

e grida nei mercati che con certezza

Sta nella natura nella bellezza

Quel che non ha ragione né mai ce l'avrà

quel che non ha rimedio né mai ce l'avrà

quel che non ha misura.

 

Ah, che sarà che sarà

che vive nell'idea di questi amanti

che cantano i poeti più deliranti

che giurano i profeti ubriacati

che sta sul cammino dei mutilati

e nella fantasia degli infelici

che sta nel dai e dai delle meretrici

nel piano derelitto dei bambini

Ah, che sarà, che sarà

quel che non ha decenza né mai ce l'avrà

quel che non ha censura né mai ce l'avrà

quel che non ha ragione.

 

Ah, che sarà, che sarà

che tutti i loro avvisi non potranno evitare

che tutte le risate andranno a sfidare

che tutte le campane andranno a cantare

e tutti i figli insieme a consacrare

e tutti i figli insieme a purificare

e i nostri destini ad incontrare

perfino il Padre Eterno da così lontano

guardando quell'inferno dovrà benedire

quel che non ha governo né mai ce l'avrà

quel che non ha vergogna né mai ce l'avrà

quel che non ha giudizio.

 

Ah Che Sarà - Sara Trementini e Marcelo Solla

    Nel 2016 Bob Dylan vinse il Premio Nobel per la Letteratura. Bob Dylan è statunitense e scrive in inglese; Chico Buarque è brasiliano e scrive in portoghese. Se fosse il contrario, cioè se Chico scrivesse in inglese e Bob Dylan in portoghese, l’illustre commissione svedese avrebbe certamente premiato il cantautore brasiliano.

     Nessun altro come Chico Buarque de Hollanda è stato in grado di interpretare e di creare un collegamento tra il più alto livello culturale classico e la più genuina semplicità popolare. Geniali sono la sua sensibilità e la sua creatività. Lui è l’autore di un numero pazzesco di brani sempre diversi tra loro, con una varietà infinta di argomenti e di trame.

    “O que será” unisce tre forme diverse di arte: Musica, Cinema e Letteratura. La musica fu composta per il film “Dona Flor e i suoi due mariti” diretto dal grande regista brasiliano Bruno Barreto. Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Jorge Amado, scrittore apprezzato e amato in tutto il mondo e da più generazioni.

Jorge Amado

    Jorge Amado è lo scrittore brasiliano più conosciuto e letto in Italia: praticamente tutti i suoi romanzi sono stati tradotti in italiano. “Capitani della spiaggia” (Capitães da areia, 1936); “Gabriella, garofano e cannella” (Gabriela, cravo e canela, 1958); “La bottega dei miracoli” (Tenda dos milagres, 1969); “Vita e miracoli di Tieta de Agreste” (Tieta do Agreste, 1977); “Tocaia grande: la faccia oscura” (Tocaia grande. A face obscura, 1985) sono solo alcuni dei suoi grandi romanzi più conosciuti. Il libro “Dona Flor e i suoi due mariti” (Dona Flor e seus dois maridos, 1966) è stato tradotto in italiano da Elena Grechi.

     Jorge Amado è considerato in Brasile l’autore “regionalista” della seconda fase del movimento letterario modernista. Il termine “regionalista” è dovuto principalmente al fatto che Jorge Amado ambientò i suoi romanzi nella terra in cui era nato: Bahia. Bahia è la regione del Brasile che è sempre stata una fonte inesauribile di arte e cultura, la patria di grandi artisti brasiliani ed inoltre una calda terra di sole e mare, con persone considerate sempre allegre e amichevoli. La sensualità della gente di Bahia è comunemente ritratta nei libri di Jorge Amado ed è molto presente nel libro “Dona Flor e i suoi due mariti”.

     Nel 1976 vi fu un adattamento cinematografico del romanzo diretto dal regista Bruno Barreto e Dona Flor fu interpretata da Sônia Braga come protagonista; José Wilker nel ruolo di Vadinho, il primo e sensuale marito di Dona Flor, e Mauro Mendonça fu il farmacista che sposa la vedova Dona Flor dopo la morte di Vadinho. Il nuovo marito non soddisfa del tutto la passionale moglie Dona Flor dal punto di vista sessuale. Allora lo spirito di Vadinho, ritorna sulla terra e, mostrandosi soltanto a lei, inizia a stuzzicarla. Finalmente Dona Flor con il ritorno di Vadinho, seppure solo in sembianze di spirito e non in carne ed ossa, torna a rivivere la passione.

     Bruno Barreto è un importante regista, sceneggiatore e produttore cinematografico brasiliano. Grazie al grande successo internazionale del film “Donna Flor e i suoi due mariti”, riesce a farne una nuova versione hollywoodiana, con il titolo: “C'è... un fantasma tra noi due”, collaborando come sceneggiatore. Nel 1983 Bruno Barreto dirige e scrive la sceneggiatura di un altro romanzo di Jorge Amado, “Gabriela”, con la stessa Sônia Braga come protagonista insieme a Marcello Mastroianni.

     Per scrivere le canzoni del film “Dona Flor e i suoi due mariti”, Bruno Barreto invita i suoi amici: Chico Buarque de Hollanda e Francis Hime. Così nasce “O que será” con la musica di Francis Hime e i testi di Chico Buarque de Hollanda. Esistono tre diverse versioni di “O che será”: “A flor da Terra”, “A flor da Pele” e “Abertura”. Il brano “A flor da pele” si concentra sul rapporto amoroso e sensuale tra Vadinho e Dona Flor, mentre la canzone finale, “A flor da terra”, è una canzone di libertà, dal contenuto più forte e politico.

     Nel 1989 il brano “A flor da Terra” ha avuto una traduzione italiana piuttosto fedele all’originale curata da Ivano Fossati. Il brano è contenuto nell’album “Di terra e di vento” ed è cantato da Fiorella Mannoia che, tra le interpreti italiane, è sicuramente la più attratta e influenzata dalla musica e dalla cultura brasiliana.

      Testo di Barbarella Happi, Marcelo Solla e Sabina Samba

venerdì 27 settembre 2019

Na Cadência do Samba / Samba Beat




BrèSamba - Sara Trementini
Na Cadência do Samba
(Ataulfo Alves – Paulo Gesta)

Sei que vou morrer, não sei o dia
Levarei saudades da Maria
Sei que vou morrer não sei a hora
Levarei saudades da Aurora
Eu quero morrer numa batucada de bamba
Na cadência bonita do samba
Quero morrer numa batucada de bamba
Na cadência bonita do samba
O meu nome não se vai jogar na lama
Diz o dito popular
Morre o homem, fica a fama
Quero morrer numa batucada de bamba
Na cadência bonita do samba

Na Cadência do Samba

Lo so che morirò, non conosco il giorno
Porterò la malinconia a Maria.
Lo so che morirò, ma non conosco l’ora precisa 
Porterò la malinconia ad Aurora.
Voglio morire in una “batucada de bamba”
Nel bel ritmo del samba.
Ma nessuno deve buttare il mio nome nel fango
Dice il detto popolare:
“muore l’uomo rimane la fama”.
Voglio morire in una “batucada de bamba”
Nel bel ritmo del samba.

Samba Beat
(Wellington Wella)

All of us are gonna die someday
I just don’t want to die today
Yes, I know someday I won’t be here
How I gonna stay without Maria?
I want to die in a batucada of bamba
At the beautiful beat of samba
I want to die in a batucada of bamba
At the beautiful beat of samba
Nobody’s gonna lie about my name
Death can even take the men
Nothing can delete the fame
I want to die in a batucada of bamba
At the beautiful sound of samba
I want to die in a batucada of bamba
At the beautiful sound of samba




    “Na Cadência do Samba” è un samba di Ataulfo Alves composto intorno al 1950. É una tra le canzoni di Samba più antiche del repertorio classico, assai conosciuta, e per questo cantata in numerose versioni. Il suo testo si trova in famose registrazioni di Elizeth Cardoso, Martinho da Vila, Novos Baianos e Cassia Eller.
    Ataulfo Alves è un “Mineiro”, nacque nel 1909 nel paese di Miraì, Minas Gerais e morì a Rio de Janeiro nel 1960. Fu un compositore di pezzi classici del samba brasiliano come: Laranja Madura, O Bonde de São Januário, Mulata Assanhada e Ai que Saudades da Amélia.
    Nel testo di questo brano mostra l’orgoglio di essere un eccellente sambista, orgoglioso di suonare in un gruppo di altrettanto bravi musicisti di samba e, ancora, di poter lasciare, dopo la propria morte, un’immagine positiva di sè stesso, con la fama di essere ricordato come il più bravo sambista della storia.
    Grazie a questo brano, la frase “Batucada di Bamba” è diventata una peculiarità per i gruppi di samba di qualità e di eccellente bravura.
    Molto particolare è la versione di Wellington Wella, nel suo album “Wella.som” del 2008, dove è stata fatta una rilettura (e non una traduzione vera) del testo in inglese: le parole “batucada de bamba” e “samba” sono rimaste all’interno del testo inglese, in portoghese originale.
    Nel video di questo blog, il gruppo BreSamba interpreta entrambe le versioni: in portoghese e in inglese.

        Testo di Marcelo Solla e Barbarella Happy

lunedì 31 dicembre 2018

Não deixe o samba morrer


BrèSamba - Settembre 2020


Não deixe o samba morrer
(Edson Conceição e Aloísio Silva)

Não deixe o samba morrer
Não deixe o samba acabar
O morro foi feito de samba
De samba para gente sambar
Quando eu não puder pisar mais na avenida
Quando as minhas pernas não puderem aguentar
Levar meu corpo, junto com meu samba
O meu anel de bamba, entrego a quem mereça usar
Eu vou ficar no meio do povo espiando
Minha escola perdendo ou ganhando 
Mais um carnaval
Antes de me despedir, deixo ao sambista mais novo,
O meu pedido final
Não deixe o samba morrer
Não deixe o samba acabar
O morro foi feito de samba
De samba para gente sambar


Não deixe o samba morrer

Non lasciare il samba morire
Non lasciare il samba finire
Il “Morro” è fatto di samba
Di samba per noi sambare
Quando io non potessi più calpestare il viale (del sambódromo)
Quando le mie gambe non riuscissero più
A portare il mio corpo insieme al mio samba
Il mio anello di “Bamba” consegnerò a chi merita di usarlo
Io resterò in mezzo alla platea spiando
La mia scuola vincendo o perdendo
Un carnevale in più
Prima di congedarmi, lascio al sambista più giovane
La mia ultima preghiera
Non lasciare il samba morrire
Non lasciare il samba finire
Il “Morro” è fatto di samba
Di samba per noi sambare

BrèSamba - Locanda Torricella - Dicembre 2018
Sara Trementini e Wellington Wella


    La geografia di Rio de Janeiro è allo stesso tempo fisica e sociale. C’è una pianura lungo le sponde del mare, a sud, dove sorgono i palazzi delle popolazioni ricche, solitamente uomini bianchi e più istruiti. Alle spalle di questa pianura si trova “O Morro” (la collina), dove la popolazione, di solito nera, esclusa dalla società civile, ha costruito i suoi “barracos” (case semplici in legno e zinco).
    Di fronte al mare, dove la musica era più colta e con influenze statunitensi, è nata la Bossa Nova, la musica dei bianchi, di chi vive una vita agiata. Una musica armonicamente ricca, complessa e leggera. Nel “Morro” è cresciuto il Samba dei neri e dei poveri, pieno di malinconia, di dolore, estremamente creativo e dalla melodia più intensa.
    Tre cose legano queste due realtà: la spiaggia, il calcio e il carnevale. Il Carnevale, atteso ogni anno con ansia dal  popolo del “Morro”, è il giorno del riscatto per i più poveri: ogni “Morro” ha la sua scuola di samba e durante la sfilata ogni scuola mostra tutto ciò che ha preparato durante l’anno...è  l’apoteosi, il loro momento di gloria. Questa tradizione è trasmessa di padre in figlio e fa sì che il samba tradizionale continui ad esistere.
    La canzone, composta da Edson Conceição e Aloísio Silva, venne incisa dalla cantante Alcione nell’album “A Voz do Samba” nel 1975 e riscosse un grande successo in Brasile: è la voce dell'anziano sambista che lascia la sua eredità ai più giovani, chiedendo loro di mantenere viva la tradizione e non lasciar morire il samba.
    La parola “Morro” potrebbe essere tradotta in italiano come “collina”. Tuttavia “Morro” ha una forte connotazione sociale che non troviamo nella parola “collina”.
    Anche la parola “Bamba” rimane senza traduzione. Rappresenta il “tizio in gamba", sveglio, in grado di fare samba di qualità e con ginga (altra parola intraducibile in italiano, che esprime un modo e una flessibilità tutta brasiliana di essere, di muoversi, di ballare...), rispettato dalla sua Escola de Samba per ciò che ha fatto per lei e per i suoi membri.
    

        Testo di Marcelo Solla e Sabina Samba

Madalena



Sara Tremetini - Madalena

Madalena

(Ivan Lins e Ronaldo Monteiro de Souza)

 

Oh Madalena, o meu peito percebeu

Que o mar é uma gota

Comparado ao pranto meu

Fique certa, quando o nosso amor desperta

Logo o sol se desespera

E se esconde lá na serra

Eh, Madalena, o que é meu não se divide

Nem tampouco se admite

Quem do nosso amor duvide

Até a lua se arrisca num palpite

Que o nosso amor existe

Forte ou fraco alegre ou triste

 

Traduzione

 

O Maddalena, il mio petto ha percepito

Che il mare è una goccia

In confronto al mio pianto

Stai sicura, quando il nostro amore si sveglia

Allora il sole si dispera

E si nasconde sui monti.

Eh, Maddalena, ciò che è mio non si divide

Tanto meno è ammesso che qualcuno dubiti del nostro amore.

Perfino la luna azzarda a suggerire che il nostro amore esiste

Forte o debole, allegro o triste


BrèSamba - Aprile 2018 - Teatro Telaio 

    Ronaldo Monteiro de Souza scrive il testo di questa canzone con l’aiuto di Ivan Lins che compone le musiche. Lo scrive in ricordo di un amore passato, per una donna di nome Vera Regina. Il nome Maddalena fu scelto a caso e diede il titolo a numerose altre canzoni scritte da altri autori brasiliani come la “Madalena do Jucú” di Martinho da Vila o la zingara “Sandra Rosa Madalena” di Sidney Magal.

    Ivan Lins è stato uno dei compositori brasiliani di maggiore successo all'estero, portando e promuovendo la musica brasiliana in diversi paesi. Nato a Rio de Janeiro nel 1945, visse la sua adolescenza a Boston. Quando tornò a Rio de Janeiro, studiò nel Collegio Militare. Più tardi si laureò in chimica industriale all'Università federale di Rio de Janeiro. La sua musica è frutto di una combinazione di jazz con la tradizione brasiliana, mescolando le sue origini brasiliane con la cultura musicale del jazz che ha imparato ad apprezzare negli Stati Uniti.

     Tra i suoi grandi successi, oltre a “Madalena”, ci sono “Começar de novo”, “Bandeira do divino”, “Novo tempo”, “Vitoriosa”, “Aos nossos filhos”. Collaborò, inoltre, con Michael Bublé alla realizzazione di un brano musicale dal titolo “Wonderful Tonight”.

    “Madalena” è stata registrata da Elis Regina. Tutti i principali compositori brasiliani sognavano di far interpretare le proprie canzoni da Elis Regina. Di questa grande artista vanno evidenziate due qualità: innanzitutto è stata la maggior “reveladora” (talent scout) di compositori brasiliani. Ha infatti scoperto e promosso diversi artisti sconosciuti prima, che successivamente sono stati apprezzati grazie alle sue interpretazioni: oltre a Ivan Lins, ha dato grande fama a Renato Teixeira, Belchior, Milton Nascimento, João Bosco, Adoniran Barbosa, Tim Maia, Gilberto Gil, Aldir Blanc, Tom Jobim e molti altri. Elis aveva, inoltre, una straordinaria capacità di trasformarsi ed era in grado di interpretare ogni canzone in modo sempre diverso, molto personale, intimo ed esplosivo.

    Elis Regina Carvalho Costa nacque a Porto Alegre, nel Rio Grande do Sul il 17 marzo 1945 e la sua storia si intreccia con la storia della musica brasiliana. Ai sui esordi ha cantato la Bossa Nova e il Samba ed è stata leader della rinnovazione della musica brasiliana essendo tra i precursori della MPB (Musica Popular Brasileira). Alla fine degli anni ‘60 ha partecipato e vinto alcuni dei principali festival della canzone brasiliana. Negli anni ‘70 sebbene abbia vissuto giorni assai difficili perché mal tollerava la dittatura militare brasiliana, è stato tuttavia il suo periodo migliore per la produzione musicale, facendo molte tournée anche in Europa dove ebbe grande successo, specialmente nelle sue due partecipazioni al Festival di Montreux in Svizzera.

     Negli anni '80, all'apice della sua carriera, morì di una morte inaspettata. Era il 19 gennaio 1982 quando Elis fu trovata morta nel suo appartamento a San Paolo all'età di soli 36 anni, lasciando tre figli, Joao Marcelo, Pedro Mariano e Maria Rita, che attualmente stanno portando avanti la loro carriera di cantanti con la responsabilità di rappresentare la loro madre che è la più grande cantante in Brasile.

     Elis è stata in assoluto la più grande interprete del mondo di tutti i tempi. Purtroppo, quelli che non conoscono il portoghese non possono comprendere, e pertanto non possono godere di questa opinione ed è un privilegio straordinariosolo per coloro che comprendono il portoghese

        Testo di Marcelo Solla e Barbarella Happy