venerdì 19 gennaio 2018

Brazil com Z é pra Cabra da Peste, Brasil con S é a Nação do Nordeste



Legau da Metro

Brazil com Z é Pra Cabra da Peste, Brasil com S é a Nação do Nordeste
(Samba-enredo Mangueira 2002)

Vou invadir o Nordeste
Seu cabra da peste
Sou Mangueira
Com forró e xaxado
O filho do chão rachado
Vem com a Estação Primeira

Mangueira encanta
E canta a história que o povo faz, ô, ô, ô, ô,
Vem mostrar a nação do valente sertão
De guerras e de sonhos imortais
A cada invasão, uma reação
Pra cada expedição, um brado surgia
Brilhou o sol no sertão
À luz de um novo dia
Lendas e crendices
mistérios que vêm ao luar
No Velho Chico naveguei, com meu cantar

No canto e na dança
No pecado ou na fé, vou seguir no arrasta-pé
Deixa o povo aplaudir
Ao som da sanfona
Vou descendo a ladeira
Com o trio da Mangueira
Doce Cartola, sua alma está aqui

Padim, Padre Ciço, faça chover alegria
Pra que cada gota seja o pão de cada dia
Jogo flores ao mar pra saudar Iemanjá
E na lavagem do Bonfim, eu peço axé
Terra encantada e predestinada
Tua beleza não tem fim
Brasil, no coração eu levo paz
Pau-de-arara nunca mais

Vou invadir o nordeste
Seu cabra da peste
Sou Mangueira
Som forró e xaxado, o filho do chão rachado
Vem com a Estação Primeira


    Questo samba-enredo, presentato al Carnevale del 2002 dalla scuola di samba Mangueira, parla di una regione del Brasile del Nordeste da cui prende il nome il suo popolo il Nordestino, e valorizza gli stili di vita e la cultura.

    Il numero degli abitanti è pari, circa, a quello dell'Italia, ma la regione del Nordeste del Brasile ha un'area di estensione cinque volte più grande.

    E' composto, in totale, da nove Stati: Alagoas, Bahia, Ceará, Maranhão, Paraíba, Piauí, Pernambuco, Rio Grande do Norte e Sergipe.

    La maggior parte della popolazione abita nelle metropoli più grandi, che si trovano lungo la costa, dove, grazie ad un clima caldo e mite tutto l'anno e alla presenza di spiagge meravigliose, c'è un turismo fiorente e costante. Nella regione interna, detta anche Sertão, il clima è, invece, arido e secco; le regioni desertiche e la vegetazione tipica di questo luogo, ricordano la savana africana; la foresta di quest'area si chiama Caatinga.

    Tra la costa e l'entroterra si trova la regione Zona da Mata dove si è sviluppata l'agricoltura di canna da zucchero, coltivata in particolare, durante il periodo della colonizzazione portoghese nel XVII e XVIII secoli.

    Il Nordeste è stata la prima zona brasiliana colonizzata dagli Europei e Salvador fu la prima capitale del Brasile. Per questo motivo il Nordest è molto ricco di storia e tradizione. Il popolo Nordestino è molto spirituale e l'origine della sua cultura è un tipico esempio di sincretismo religioso, derivante dalla fusione tra il cattolicesimo del popolo portoghese colonizzante, e le religioni degli africani, trascinati in Brasile come schiavi tra il XVII e il XVIII secolo, per lavorare nei campi di canna da zucchero.

Nel XX secolo ci fu un forte processo migratorio del popolo Nordestino  verso le Regioni del Sudeste, in particolare nelle città di San Paolo e Rio de Janeiro, molto più sviluppate economicamente. Questi Retirantes (migrati) lasciarono la siccità e la povertà del Nordeste per cercare lavoro e una vita migliore nelle grandi città più a sud.

Traduzione e spiegazione

“Vou invadir o Nordeste
Seu cabra da peste
Sou Mangueira
Com forró e xaxado
O filho do chão rachado
Vem com a Estação Primeira”


Invaderò il Nordeste
Cabra da peste
Io sono Mangueira
Con forró e xaxado
Il figlio del suolo screpolato
Vieni con la Estação Primeira

In questo ritornello si trova il fulcro della trama. 
Cabra da peste” è un modo di dire, tipico della regione, usato per chiamare qualcuno “tizio coraggioso”. 
Il forrò e lo xaxado sono due ritmi tipichi del Nordeste. 
Il “chão rachado” rappresenta il suolo asciutto e screpolato della regione arida del “Sertão”. 
Estação Primeira” è una parte del nome della scuola di Samba. Il nome completo è “Grêmio Recreativo e Escola de Samba Estação Primeira de Mangueira; 
La stazione del treno Mangueira, si trova sotto la collina chiamata Morro da Mangueira, è la prima stazione ferroviaria che si incontra partendo della “Stazione Centrale” di Rio de Janeiro in direzione nord della città.

“Mangueira encanta
E canta a história que o povo faz, ô, ô, ô, ô,
Vem mostrar a nação do valente sertão
De guerras e de sonhos imortais
A cada invasão, uma reação
Pra cada expedição, um brado surgia
Brilhou o sol no sertão
À luz de um novo dia
Lendas e crendices
mistérios que vêm ao luar
No Velho Chico naveguei, com meu cantar”


Mangueira incanta 
E canta la storia che il popolo fa, oh, oh, oh, oh,
Vieni a mostrare alla nazione del coraggioso Sertão
Delle guerre e dei sogni immortali
Per ogni invasione, una reazione
Per ogni spedizione, un grido si alzava
Brillò il sole nel Sertão
Alla luce di un nuovo giorno
Leggende e superstizioni
misteri che vengono alle luce della luna
Nel Vecchio Chico io ho navigato, con il mio canto

“Il coraggioso Sertão delle guerre e dei sogni immortali dove per ogni invasione o spedizioni aveva una reazione e un grido che si alzava” testimonia la fatica del bianco europeo e dello Stato legale a raggiungere questa parte dell'entroterra della regione del Nordeste. Questo popolo aveva una propria cultura e una propria legge. Faceva parte di questa popolazione il “cangaçeiro” e le sue bande, e il bandito più famoso era Lampião, capo della banda più forte, che per molto tempo aveva vissuto nel Sertão a imporre le proprie regole. Gli uomini di “cangaçeiros” erano considerati banditi per la polizia, ma visti come eroi per molte persone del popolo nordestino.

“Leggende, superstizioni e misteri che vengono alle luce della luna”: questi versi si riferiscono al sincretismo religioso e al misticismo del popolo nordestino. “Velho Chico” (Vecchio Chico) fa riferimento al grande fiume São Francisco (San Francesco) che passa nel territorio ed è molto importante per la navigazione e per l'economia locale. “Chico” in Brasile è utilizzato come diminutivo del nome “Francisco” (Francesco).

“No canto e na dança
No pecado ou na fé, vou seguir no arrasta-pé
Deixa o povo aplaudir
Ao som da sanfona
Vou descendo a ladeira
Com o trio da Mangueira
Doce Cartola, sua alma está aqui”


Nel canto e nel ballo
nel peccato o nella fede, seguirò nel “arrasta-pè” 
Lascia la gente applaudire
Al suono della fisarmonica
Sto andando giù per il pendio
Con il trio di Mangueira
Dolce Cartola, la tua anima è qui

“Nel canto e nel ballo, nel peccato e nella fede” fa riferimento, ancora una volta, alla gioia e alla religiosità del popolo nordestino
Arrasta-pé”, che significa “trascina-piede”, è il nome di una festa in cui, al suono della fisarmonica, è usanza ballare e suonare il baião, lo xaxado e il forró. Questi sono i nomi delle musiche e delle danze tipiche del Nordeste. La fisarmonica è lo strumento fondamentale per interpretare queste musiche e il suo migliore interprete è stato Luiz Gonzaga. 
Il “trio” di Mangueira ricorda il “trio elettrico”, un camion con a bordo un equipaggio fonico sul quale il cantante e i musicisti sfilano per le vie di Salvador ogni anni nel carnevale. 
Agenor de Oliveira (1908-1980), conosciuto anche come “Cartola” è stato il compositore più conosciuto della scuola di Samba di Mangueira, ed è stato anche uno dei suoi fondatori, nel 1928.

“Padim, Padre Ciço, faça chover alegria
Pra que cada gota seja o pão de cada dia
Jogo flores ao mar pra saudar Iemanjá
E na lavagem do Bonfim, eu peço axé
Terra encantada e predestinada
Tua beleza não tem fim
Brasil, no coração eu levo paz
Pau-de-arara nunca mais.”


Padrino, Padre Ciço, fai piovere la gioia
Per che ogni goccia sia il pane quotidiano
Io offro fiori al mare per salutare Iemanjá
E nel lavaggio del Bonfim, io chiedo axé
Terra incantata e predestinata
La tua bellezza non ha fine
Brasile, nel cuore prendo la pace
Pau-de-Arara non mai piú.

Nella prima parte di questa strofa abbiamo di nuovo la fede e la religiosità del nordestino
Padre Cícero Romão Batista (1844-1934) è stato un padre cattolico  diventato un leader spirituale del popolo nordestino. 
Padre Cícero veniva chiamato con affetto  “Padre Ciço” e dicevano che lui era il padrino di tutti loro (Padrinho  in portoghese e padim in dialetto nordestino). 
Ancora oggi questo popolo prega per lui quando invoca la desiderata pioggia. La pioggia è la gioia del Sertão.
In vita, Padre Cícero fu accusato di eresia e fu scomunicato dalla Chiesa Cattolica.
Nel dicembre 2015 la Chiesa Cattolica Romana si riconciliò con lui e gli restituì il titolo di padre. Per la Chiesa Cattolica Brasiliana lui è diventato Santo. 
Nel Candonblé e nella Ubanda, religioni arrivata dall'Africa e molto praticate a Bahia, Yemanjá è uno dei sette Orixás. Yemanjé è la Regina del Mare e l'offerta dei fiori è uno omaggio per lei.
Nella seconda domenica dopo la Festa dei Re, in gennaio, si celebra nella Chiesa del “Senhor do Bonfin”, a Salvador, la festa cattolica del Santissimo Sacramento o festa del “Senhor do Bonfin”. 
Tutto cominciò nel 1773 quando la “Irmandade dos devotos leigos” obbligò gli schiavi a fare il lavaggio della chiesa per la festa.
Secondo la tradizione, anche oggi, il giovedì precedente alla festa, i seguaci del Candonblé eseguono questo lavaggio con “água de cheiro” (acqua profumata). Al popolo di questa religione è concesso accedere solo però alle scale esterne all'edificio (as escadarias do Bonfin), perché la Chiesa Cattolica chiude loro  la porta e non gli permettono di entrare, non essendo cristiani. 
Il testo del brano termina con una esaltazione della bellezza di questo luogo, chiede la pace e spera di non dover viaggiare più sul Pau-de-Arara, cioè un camion aperto sul quale il nordestino veniva trasportato, costretto a lasciare la propria terra alla ricerca di una fortuna migliore.

        Testo di Marcelo Solla e Barbarella Happy

giovedì 2 novembre 2017

Trem das Onze


BrèSamba - Novembre 2018 - Magazzino Telaio

Trem das onze
(Adoniran Barbosa)

Quais, quais, quais, quais, quais, quais
Quaiscalingudum
Quaiscalingudum
Quaiscalingudum
Quais, quais, quais, quais, quais, quais,
Quaiscalingudum
Quaiscalingudum
Quaiscalingudum

Não posso ficar
Nem mais um minuto com você
Sinto muito, amor
Mas não pode ser
Moro em Jaçanã
Se eu perder esse trem
Que sai agora às onze horas
Só amanhã de manhã

E além disso, mulher
Tem outra coisa
Minha mãe não dorme
Enquanto eu não chegar

Sou filho único
Tenho minha casa pra olhar

Traduzione del testo di Adoniran Barbosa

Non posso restare 
un minuto di più con te
Mi dispiace, amore, 
ma non è possibile
Abito a Jaçanã
Se perdo questo treno
Che parte adesso alle undici 
Devo aspettare fino a domani mattina

Oltre a questo, ragazza,
C’è un altro motivo:
Mia madre non si addormenta
Finchè non torno a casa

Sono figlio unico
Devo occuparmi della mia casa.




Figlio Unico
(Versione Riccardo del Turco)

Non posso restare ancora un minuto accanto a te,
anche se il mio amor sai è solo per te,
muoio se non ci sei,
ma devo prendere il treno che mi porterà lontano tanto lontano da te

Non posso restare ancora un minuto accanto a te,
mi dispiace amor ma non posso restar,
muoio se non ci sei,
ma devo prendere il treno che mi porterà lontano e vuoi sapere perchè,

se stasera non sarò tornato a casa ci sarà qualcuno che non dormirà...
Son figlio unico la mia casa è vuota senza me!


Trem das Onze / Figlio Unico - Sara Trementini (Voce) e Marcelo Solla (Chitarra)

    Adoniran Barbosa é il nome artistico di João Rubinato. Egli naque a Valinhos (São Paulo) nel 1910. Figlio di immigrati italiani, morì nel 1982. Adoniran Barbosa è stato attore, cantante, comico, ma, soprattutto compositore. È considerato il precursore del samba paulista e, insieme al suo amico Paulo Vanzolini, uno dei migliori compositori di tutta la città di São Paulo. 
    I suoi testi, di solito, parlano del suo popolo, quello di São Paulo, della sua semplicità, e li scrive in modo ironico e con molto umorismo. Usa il linguaggio del gergo dei lavoratori urbani e dei poveri; spesso infatti, il portoghese che scrive non rispetta le corrette regole grammaticali.
    La musica di questa canzone è stata composta in 1964 e nello stesso anno vince il “Prêmio de Músicas Carnavalescas del IV Centenário di Rio de Janeiro”, diventando famosa prima nella città del Rio de Janeiro e, nell'anno successivo, con la registrazione di “Demônios da Garoa”, un grande successo ascoltato in tutto il Brasile. Oggi è uno dei samba più tradizionali del Brasile ed è stata eletta dal “Paulistano” (cittadino nato a São Paulo) come la musica simbolo che più rappresenta la città.

    Nel 1966, Riccardo del Turco registra una versione in italiano di “Figlio Unico”, senza aver mai prima conosciuto l'autore: Adoniran Barbosa. Uno amico di Adoniran al suo ritorno in Brasile dopo un viaggio in Italia, gli  racconta che la sua canzone veniva trasmessa da tutte le radio italiane e si diceva che gli autori del testo fossero Riccardo del Turco e “Giovanni Rubinato” (italianizzazione del vero nome di Adoniran: “João Rubinato). Il suo amico, Paulo Vanzolini, raccontò nel film “Acerto de Contas” che Adoniran si infuriò molto con il cantante italiano per questo affronto, anche perché, fino alla sua morte, non aveva mai ricevuto una lira dall'Italia come ricompensa dei diritti d'autore.  Una bella leggenda racconta che Adoniran in punto di morte, chiamò al suo capezzale il nipote e gli disse: “Nipote mio, impara l’italiano e corri in Italia a prendere tutti i soldi che quello stronzo mi ha rubato!”

        Testo di Marcelo Solla e Barbarella Happi

martedì 29 agosto 2017

Garota de Ipanema


BrèSamba e Francesca Franzè

Garota de Ipanema
(Vinícius de Moraes e Antônio Carlos Jobim)

Olha que coisa mais linda
Mais cheia de graça
É ela, menina
Que vem e que passa
Num doce balanço
A caminho do mar
Moça do corpo dourado
Do sol de Ipanema
O seu balançado é mais que um poema
É a coisa mais linda que eu já vi passar
Ah, por que estou tão sozinho?
Ah, por que tudo é tão triste?
Ah, a beleza que existe
A beleza que não é só minha
Que também passa sozinha
Ah, se ela soubesse
Que quando ela passa
O mundo inteirinho se enche de graça
E fica mais lindo
Por causa do amor

Traduzione del testo di Vinícius de Moraes

Guarda che cosa assai bella
assai piena di grazia
È lei, la ragazza
Che viene e che passa
Un dolce dondolarsi
verso il mare
Ragazza dal corpo dorato
Del sole di Ipanema
Il suo dondolarsi
è meglio di una poesia
È la cosa più bella
che abbia mai visto passare
Oh, perche sono così solo?
Oh, perche è tutto così triste?
Oh, la bellezza che esiste
La bellezza che non è solo mia
Anche lei passa da sola
Oh, se lei sapesse
Che quando passa
Tutto il mondo sorridendo
si riempie di grazia
E tutto è più bello
A causa del amore



Girl from Ipanema
(Norman Gimbel)

Tall and tan and young and lovely
The girl from Ipanema goes walking
And when she passes
Each one she passes goes, aaaaaah
When she walks, she's like a samba
That swings so cool and sways so gently
That when she passes
Each one she passes goes, aaaaaah
Ooh, but he watches so sadly
How can he tell her he loves her
Yes, he would give his heart gladly
But each day, when she walks to the sea
She looks straight ahead, not at him
Tall, and tan, and young, and lovely
The girl from Ipanema goes walking
And when she passes
He smiles, but she doesn't see

BreSamba - Garota de Ipanema

    Il brano “Garota de Ipanema”, fu composto nel 1962 da Vinícius de Moraes e Antonio Carlos Jobim, quest'ultimo conosciuto anche con il nome di Tom Jobim.
E' una delle canzoni più note della Bossa Nova, tra le più registrate di tutti i tempi.
Tom e Vinícius erano assidui frequentatori del “Bar Veloso” (ora celebre con il nome di “Garota de Ipanema”) che si trova lungo la spiaggia di Ipanema. Sedevano ai loro tavoli, posti sul marciapiede, e ammiravano le persone che passeggiavano sul lungomare.
    Sovente vedevano passeggiare con incedere sinuoso, una ragazza, di nome Heloísa (Helô Pinheiro), che viveva non molto lontano da lì.
Nel 1963 fu inserita in un LP Getz/Gilberto Stan Getz e Joao Gilberto, e cantata da Astrud Gilberto e Tom Jobim al pianoforte.
Solo qualche anno più tardi Heloisa venne a sapere che era proprio lei la musa ispiratrice di questa canzone che stava facendo così tanto successo.
    La versione inglese "The girl from Ipanema" è stata scritta da Norman Gimbel ed eseguita da Astrud Gilberto e Stan Getz e vinse il Grammy per il record of the year nel 1965.
    Questo brano fu più volte reinterpretato da grandissimi artisti, tra cui:  Frank Sinatra, Ella Fitzgerald, Cher, Madonna, Amy Winehouse, Marisa, Elis Regina, Mina e molti altri ancora.

        Testo di Marcelo Solla e Barbarella Happy

martedì 18 luglio 2017

Vou te Contar (Wave)



BrèSamba - Vou te contar / Wave


https://www.youtube.com/watch?v=46KTi0xtT_0


Wave (Vou te contar)
(Tom Jobim)

Vou te contar
Os olhos já não podem ver
Coisas que só o coração pode entender
Fundamental é mesmo o amor
É impossível ser feliz sozinho
O resto é mar
É tudo que não sei contar
São coisas lindas que eu tenho pra te dar
Vem de mansinho à brisa e me diz
É impossível ser feliz sozinho
Da primeira vez era a cidade
Da segunda, o cais e a eternidade
Agora eu já sei
Da onda que se ergueu no mar
E das estrelas que esquecemos de contar
O amor se deixa surpreender
Enquanto a noite vem nos envolver

Vou te contar
Io ti dirò
Gli occhi giá non possono vedere
Cose che solo il cuore può capire
Fondamentale è anche l'amore
È impossibile essere felici da soli
Il resto è mare
E tutto quello che non so raccontare
Sono cose belle che ho da darti
Viene dolcemente nella brezza e mi dice
E 'impossibile essere felici da soli
La prima volta era la città
Il secondo, il pontile e l'eternità
Adesso io già so
Dell’onda che si è eretta nel mare
E delle stelle che ci dimentichiamo di contare
L'amore si lascia sorprendere
Mentre la notte viene ad avvolgerci



    Il Samba nasce nei quartieri poveri di Rio de Janeiro, sulle colline e nella zona nord della città.
    La Bossa Nova, invece, si forma nei quartieri più ricchi della città, ubicati a sud, negli appartamenti vicino alle spiagge di Copacabana e Ipanema. 
La Bossa Nova trova la sua ispirazione nel Samba, ma è suonata da musicisti di alto livello, formati da una profonda conoscenza musicale. La struttura musicale della Bossa Nova è raffinata, le armonie complesse, e risente anche di influenze del Jazz.
    In un Brasile che, dopo la seconda guerra mondiale,  stava sperimentando una crescita economica e una maggiore maturazione culturale grazie all'avvicinarsi delle influenze degli Stati Uniti e dell'Europa, Rio de Janeiro, ancora la capitale del paese, diventa protagonista e artefice di questo nuovo clima di fascino di esaltazione. 
    Era l'era di JK (Jucelino Kubitshek, Presidente tra il 1956 e il 1960, il “Presidente Bossa Nova”).
    La Bossa Nova ha quindi come scenario le belle spiagge di Rio de Janeiro, le belle donne, la bella vita, l'amicizia, l'amore e la felicità. 
La canzone “Wave” (Vou te contar) di Antonio Carlos Jobim, originariamente registrata nel 1967, si inserisce perfettamente in questo contesto. La musica appare quasi come una descrizione di questo paesaggio e di un bellissimo amore vissuto sul suo sfondo.

BrèSamba - Wave


        Testo di Marcelo Solla e Barbarella Happy


venerdì 7 luglio 2017

O Bêbado e a Equilibrista




BrèSamba - 
O Bêbado e a Equilibrista
(Aldir Blanc e João Bosco)

Caía a tarde feito um viaduto
E um bêbado trajando luto me lembrou Carlitos
A lua, tal qual a dona de um bordel
Pedia a cada estrela fria um brilho de aluguel
E nuvens, lá no mata-borrão do céu
Chupavam manchas torturadas, que sufoco
Louco, o bêbado com chapéu-côco
Fazia irreverências mil pra noite do Brasil, meu Brasil
Que sonha com a volta do irmão do Henfil
Com tanta gente que partiu num rabo-de-foguete
Chora a nossa pátria, mãe gentil
Choram Marias e Clarices no solo do Brasil
Mas sei, que uma dor assim pungente
Não há de ser inutilmente, a esperança
Dança na corda bamba de sombrinha
E em cada passo dessa linha pode se machucar
Azar, a esperança equilibrista
Sabe que o show de todo artista tem que continuar


L’ubriaco e la funambola
Cadeva a pomeriggio avanzato un cavalcavia
E un ubriaco vestito a lutto mi ricordò Charlot
La luna, come la padrona di un bordello
Chiedeva a ogni fredda stella un bagliore in prestito
E le nuvole là, nella carta assorbente del cielo
Succhiavano macchie torturate, che asfissiante follia
L'ubriaco con la bombetta
Faceva irriverenze a mille per la notte del Brasile, mio Brasile
Che sogna il ritorno del fratello di Henfil
Con tanta gente che partì sulla coda di un razzo
Piange la nostra patria, dolce madre
Piangono Marie e Clarisse sul suolo brasiliano
Ma so che un dolore così pungente
Non deve esistere inutilmente,
La speranza danza su una fune allentata con l'ombrellino
E ad ogni passo di quella linea si può far male
E' destino, la speranza equilibrista
Sa che lo spettacolo di ogni artista deve continuare.

Sara Trementini  (Voce) - Marcelo Solla (Chitarra) 

    João Bosco, nacque nel 1946; è un musicista e compositore, uno dei migliori chitarristi della musica popolare brasiliana. Anche Aldir Blanc, nacque nel 1946, è stato un grande poeta e, inoltre, un autore di alcuni tra i migliori testi della tradizione brasiliana, lavorando con grandi partner della musica popolare.
Dal 1964 al 1985 il Brasile conobbe un periodo di dittatura militare vile e oppressivo. A causa di ciò, in questo periodo, molti artisti e pensatori furono perseguitati e persino esiliati. "O Bêbado e a Equilibrista" è diventato un inno di resistenza a questa dittatura, ed esprime un  desiderio di apertura del pensiero politico rivolto alla democrazia.
    João Bosco compose la musica della canzone, in onore di Charles Chaplin,  morto nel 1977, e chiese ad Aldir Blanc di scriverne il testo. Oltre a celebrare "Carlitos" che, con i suoi passi incerti somiglia ad un ubriaco, Aldir Blanc utilizza, inoltre, diverse metafore per sfidare la dittatura ed evocare la libertà. Esistono dubbi sulla semantica delle parole che sembrano non avere senso.Alcune delle parole utilizzate possono avere un significato nascosto: per "stelle" si intendono i "generali" e per  "cielo" la "prigione".
    Choram Marias e Clarices" sono citazioni alle vedove dei prigionieri politici uccisi negli scantinati del DOI-CODI, la polizia repressiva della dittatura.
Maria è il nome della moglie di Manuel Fiel Filho, e Clarisse, quello della moglie del giornalista Vladimir Herzog.
    Henrique de Souza, il fumettista Henfil, è stato redattore del giornale umoristico "O Pasquim" ed fu presentato ad Aldir Blanc da Elis Regina alcuni anni prima.  Henfil aveva raccontato con estrema commozione la sorte del fratello Hebert de Souza, il Betinho, esiliato dal 1971 dalla dittatura in Messico. Quando Betinho, terminato l'esilio, arrivò nel 1979 a San Paolo all'aeroporto di Congonhas, ad accoglierlo c'era una manifestazione, composta da circa 200 persone, che cantava "O Bêbado e a Equilibrista".
    La canzone è stata registrata da João Bosco nel 1979 in un album "Linha de Passe". In seguito, interpretata dalla più grande cantante del Brasile, Elis Regina, il brano venne inserito nell'album "Essa Mulher", e divenne un pezzo molto conosciuto e apprezzato.

        Testo: Marcelo Solla e Barbarella Happy




domenica 11 giugno 2017

Liberdade, Liberdade, abre as asas sobre nós

Proclamação da República - Benedito Calixto

Liberdade, Liberdade, abre as asas sobre nós
Liberdade!, Liberdade!
Abre as asas sobre nós
E que a voz da igualdade
Seja sempre a nossa voz, mas eu digo que vem
Vem, vem reviver comigo amor
O centenário em poesia
Nesta pátria mãe querida
O império decadente, muito rico incoerente
Era fidalguia e por isso que surgem
Surgem os tamborins, vem emoção
A bateria vem, no pique da canção
E a nobreza enfeita o luxo do salão, vem viver
Vem viver o sonho que sonhei
Ao longe faz-se ouvir
Tem verde e branco por aí
Brilhando na Sapucaí (e da guerra)
Da guerra nunca mais
Esqueceremos do patrono, o duque imortal
A imigração floriu, de cultura o Brasil
A música encanta, e o povo canta assim (e da princesa)
Pra Isabel a heroína, que assinou a lei divina
Negro dançou, comemorou, o fim da sina
Na noite quinze e reluzente
Com a bravura, finalmente
O Marechal que proclamou foi presidente

    Il Brasile fu una colonia del Portogallo fino al 1822. Dal 1822 al 1889 venne istituito l'Impero, con due imperatori: Pedro I e, in seguito, Pedro II. Nel 1889 venne poi proclamata la Repubblica.
Questo è un samba di “Imperatriz Leopoldinense” del 1989, ed è un omaggio al centenario della proclamazione della Repubblica.

    Il ritornello di questo samba è estremamente forte: è un grido di libertà. I versi “Liberdade, liberdade, abre as asas sobre nós” (libertà, libertà, apri le ali su di noi) sono stati presi dall'Inno della Repubblica come desiderio di uguaglianza tra gli uomini;
e que a voz da igualdade seja sempre a nossa vós” (e che la voce dell'uguaglianza, sia sempre la nostra voce.) 

    Dopo un periodo di dittatura militare, durato dal 1964 al 1985, il Brasile nel 1989, ha vissuto le prime elezioni dirette per il Presidente attese per 29 anni. Queste sono state una seconda occasione per urlare nuovamente il grido di libertà.


Traduzione e spiegazione

“Vem, vem reviver comigo amor
O centenário em poesia
Nesta pátria mãe querida
O império decadente, muito rico incoerente
Era fidalguia”

Vieni, viene a rivivere con me amore
Il centenario in poesia
In questa patria madre cara
I'Impero decaduto, molto ricco e incoerente
Era solo per la nobiltà.

(Parlaci del centenario della proclamazione della Repubblica e della decadenza dell’Impero che spendeva molto soldi per sostenere l'Imperatore, la sua famiglia e la sua nobiltà).

Surgem os tamborins, vem emoção
A bateria vem, no pique da canção
E a nobreza enfeita o luxo do salão,” 

Sorgono tamburelli, arriva l'emozione
La batteria avanza, nella forza della canzone
E la nobiltà adorna con lusso il salone della festa, 

(Innanzitutto parla della batteria della stessa scuola di samba, cosa frequente nel samba enredo, poi fa riferimento ad una grande festa che fu celebrata il 9 novembre 1989: la “Baile da Ilha Fiscal”. Questa fu l'ultima grande festa dell'Impero Brasiliano dove si folleggiò a lungo con cibi e bevande).

Vem viver o sonho que sonhei
Ao longe faz-se ouvir
Tem verde e branco por aí
Brilhando na Sapucaí”

Vieni a vivere il sogno che io sognai
In lontananza si sente
È verde e bianco intorno
Brillando in Sapucaí

(Il verde e bianco sono i colori della scuola di Samba Imperatriz Leopoldinense  e Sapucaí (Marquez de Sapucaí) è la via dove si trova il “Sambodromo”, posto in cui ogni anno, a Rio de Janeiro in febbraio, ha luogo la sfilata del Carnevale)

Da guerra nunca mais
Esqueceremos do patrono, o duque imortal
A imigração floriu, de cultura o Brasil
A música encanta, e o povo canta assim”

La guerra mai più
Dimenticheremo il patrono, il duca immortale
L'immigrazione fiorì di cultura in Brasile
La musica incanta e il popolo canta così

(La guerra citata è la “Guerra del Paraguay”, combattuta tra il 1864 e il 1870, in cui il Brasile, con il supporto e l'appoggio dell'Inghilterra, ha sconfitto il Paraguay. Il duca immortale di cui si parla è il Duque de Caxias, comandante dell'esercito Brasiliano. L’immigrazione che è fiorita di cultura è principalmente quella italiana che arrivò in Brasile all'inizio della Repubblica per sostituire il lavoro degli schiavi nell'agricoltura.) 

Pra Isabel a heroína, que assinou a lei divina
Negro dançou, comemorou, o fim da sina
Na noite quinze e reluzente
Com a bravura, finalmente
O Marechal que proclamou foi presidente

Ad Isabel l'eroina , che firmò la legge divina
il negro ha ballato, ha festeggiato la fine del destino
a quindici scintillante notte
Con coraggio, infine
Il maresciallo che proclamò, fu presidente.

(La Principessa Isabel, figlia dell'Imperatore D. Pedro II, sostituì il padre  lontano per un viaggio d'affari, e firmò, il 13 maggio 1888, la “Lei Aurea”, la legge divina. Questa legge aboliva la schiavitù in Brasile e liberava tutti gli schiavi dalle catene. La fine della schiavitù fu una delle principali causa della proclamazione della Repubblica, che avvenne un anno dopo, nella notte del 15 novembre del 1889 per opera del maresciallo Deodoro da Fonseca che diventò il primo presidente della Repubblica del Brasile.)

        Testo di Marcelo Solla e Barbarella Happy.