BrèSamba - Bala com Bala
Bala com Bala
(João Bosco – Aldir Blanc)
A sala cala, o jornal prepara
Quem está na sala com pipoca e bala
E o urubu sai voando
Manso
O tempo corre e o suor escorre
Vem alguém de porre e é um corre-corre
E o mocinho chegando
Dando
Eu esqueço sempre nessa hora linda, loura
Minha velha fuga em todo impasse
Eu esqueço sempre nessa hora linda, loura
Quanto me custa dar a outra face
O tapa estala no balacobaco
É bala com bala, é fala com fala
E o galã se espalhando
Dando
No rala-rala, quando acaba a bala
É faca com faca, é rapa com rapa
E eu me realizando
Bambo
Quando a luz acende é uma tristeza, trapo, presa
Minha coragem muda em cansaço
Toda fita em série que se preza, dizem, reza
Acaba sempre no melhor pedaço
Il testo di Bala com Bala affonda le sue radici nella poesia concreta e nella terza fase del modernismo brasiliano. E’ una poesia sonora di alto livello. Il linguaggio è volutamente costruito su assonanze e allegorie che, una dopo l’altra, sembrano rotolare a ritmo delle azioni che si susseguono. La prima strofa ci introduce in una sala, forse quella di un bar. C’è della gente “com pipoca e bala”, con pop-corn e... caramelle o proiettili? Un urubu vola, tranquillo. Il tempo corre, il sudore scorre, ed ecco l’arrivo di un ubriaco che scatena della confusione…
D’istinto ci si chiede cosa accada esattamente. Come si muovono i vari personaggi sulla scena? Ci siamo limitati a evocare alcune prime immagini che si potrebbero estrapolare dal brano, così pieno di espressioni gergali e popolari, alcune delle quali divenute tali proprio per via della canzone. Ma abbiamo ritenuto insensato cimentarci nella traduzione dei versi di Bala com Bala (mirando, per dirla alla Eco, “a ritrovare l’intenzione del testo”), vista la quantità di nonsense e modi di dire che si susseguono in un gioco fonetico straordinario, pieno di allitterazioni, onomatopee e cacofonie, generatore di immagini che danno adito a diverse interpretazioni.
Nel 1977 Mina registrò un brano dal titolo “Balla chi Balla” nell’album “Mina con bignè”. E’ la versione italiana, scritta da Giorgio Calabrese, di Bala com Bala. A tratti ricalca la semantica del testo brasiliano.
Balla chi Balla
(testo di Giorgio Calabrese)
La sera cala, Poca gente in sala
Gli occhi di chi ballaCon un colpo d'ala
Passa un gabbiano volando
Bianco
Il tempo correC'è chi ne discorre
Qualcheduno correEd ecco i rigori
E stiamo appena arrivando
Stanco.
Io mi scordo sempre di quest'oraOra e ancora
L'instabilità che mi bilancia
Io mi scordo sempre in quest'oraOra e ancora
Quanto costa porgere l'altra guancia.
Il tempo scappaSalta la bracca
Poi balla chi ballaE balla chi balla
Tutto si va sparpagliando
Tanto.
Mano per manoChi non prende cala
E scopa con scopaCala con cala
E io mi sto realizzando
Sbando.
Quando il sole accendeUn mondo pieno di miseria
Il coraggio sfuma e sono stanca
Tanto che si vanta tantoDi una vita seria
Prende sempre il meglio in tutto quanto.
Nello stesso album Mina incise anche un altro brano di matrice brasiliana, “Che lui mi dia”, versione italiana di “Basta um dia” di Chico Buarque de Hollanda firmata da Sergio Bardotti.
Bala com Bala fu la prima canzone del lungo sodalizio tra João Bosco e Aldir Blanc ad essere incisa da Elís Regina. La storia dell’incontro tra Elís e il duo è molto affascinante. João Bosco e Aldir Blanc avevano composto diversi brani insieme, sognando di presentarli un giorno a Elís Regina, che era già molto conosciuta come cantante. Aldir Blanc trovò il coraggio di chiamare al telefono Elís, che si rivelò molto gentile e li invitò a trovarla in un teatro nella zona sud del Rio de Janeiro, dove si sarebbero svolte le prove per un suo concerto. João e Aldir arrivarono e si sedettero sugli scalini davanti all’entrata del teatro. Elís li trovò lì fuori:“Entrate, venite a vedere la prova, nella pausa parlerò con voi”. Quei due giovani ragazzi si trovarono seduti nel teatro a vedere in esclusiva la più grande cantante del Brasile esibirsi solo per loro, sembrava un sogno, riuscivano a malapena a trattenere la felicità. Durante la pausa Elís andò loro incontro, si sedette per terra e disse: “suonate, suonate le vostre composizioni”. Dopo qualche canzone Elís è decisa: “Questa Bala con Bala la registro adesso nel mio album… il prossimo anno inciderò Cabaré”. Elís mantenne la promessa e registrò molti altri loro brani durante la sua carriera. Dopo Tom Jobim, Aldir Blanc è il compositore con più canzoni interpretate da Elís Regina.
La prima versione di Bala com Bala è stata incisa nel 1973. Nel 1979 Elís registra “O Bêbado e a Equilibrista” composto da Aldir Blanc e João Bosco; si tratta di uno dei brani più importanti ispirati alla lotta contro la dittatura militare in Brasile, al quale abbiamo dedicato un post in questo blog.
Vale la pena raccontare un altro episodio curioso tra Elís e Aldir. Un giorno lei andò a trovarlo a casa e, vedendolo molto triste, gli domandò: “Perché sei tanto triste?”; Aldir le raccontò che sua mamma era molto malata e si trovava all’Ospedale della Benificência Portuguesa. Aldir si è sempre dichiarato ateo, era un medico ed era al corrente dello stato di salute di sua madre. Elís, molto religiosa, gli disse: “vado all’ospedale per pregare per lei”. Aldir credeva molto nella scienza, eppure in questa circostanza il suo scetticismo dovette far spazio al misticismo cui la generosa artista era devota, perché quella sera Elís deviò dal percorso che l’avrebbe portata direttamente ad esibirsi per un concerto e salì in ospedale per pregare per sua madre. Chissà che faccia avranno fatto i medici e gli infermieri vedendo quella stella, quel mito, in giro per i corridoi dell’ospedale in cerca della madre di Aldir Blanc, per pregare con lei.
“Ma chi è Aldir Blanc?”
Durante tutta la sua vita Aldir Blanc è stato un’icona della lotta per la libertà e contro le dittature. In tutta la sua vita e anche nella morte. Aldir è venuto a mancare quest’anno, il 4 maggio 2020, nella cittá del Rio di Janeiro a 73 anni, vittima del Covid-19, in un momento politico difficile per coloro che credono nella democrazia e nella libertà. Lui è stato uno dei primi nomi conosciuti e importanti a morire di Covid-19 in Brasile, mentre il presidente e i suoi ministri negazionisti si preoccupavano più dell’economia che della sanità. Quando hanno domandato al presidente e alla ministra della cultura se il governo non si sarebbe pronunciato sulla morte di Aldir Blanc, la risposta è stata: “Ma chi è Aldir Blanc?”. Questa risposta, oltre a palesare l’ignoranza di questi dirigenti, denota il disprezzo che essi mostrano verso la cultura e la storia del Paese. Questo fatto ha suscitato una risposta forte e commovente da parte di molti artisti brasiliani.
Desideriamo qui mostrare tre contributi significativi in ricordo di Aldir Blanc:
- la dichiarazione di João Bosco su Aldir Blanc il giorno della sua morte;
- Zélia Duncan si rivolge alla ministra della cultura e le racconta chi è Aldir Blanc;
- la vignetta di Nando Motta per commemorare Aldir.
La testimonianza di João Bosco parla da sé:
“Chiedo scusa a chi mi ha cercato oggi. Non sono in condizioni di parlare. Aldir è stato più che un amico per me. Aldir si confonde con la mia vita. In ogni spettacolo, ogni canzone, ogni città, era lui a parlare in me. Anche quando eravamo lontani lui era con me. E ogni volta, al ritrovarci, era come se ci fossimo appena salutati il mattino prima. E tornavamo a parlare ininterrottamente. Lui con quel senso dell’umorismo divino. Sempre innamorato dei nipoti. Lui medico, io ipocondriaco. Siamo stati amici nuovi e di lunga data. Ma soprattutto eterni. Non esiste João senza Aldir. Fortunatamente le nostre canzoni sono lì per sopravviverci. E come sempre lui parlerà in me, sarà vivo dentro di me, ogni volta che le canterò. Oggi è uno dei giorni più difficili della mia vita. Il mio cuore è con Mari, compagna di Aldir, con i suoi figli e nipoti. Perdo il migliore amico, ma guadagno, in questo mare di tristezza, una ragione per vivere: voglio cantare le nostre canzoni finché ne avrò la forza. Una persona muore solo quando muore il testimone. Io sono qui per far vivere lo spirito di Aldir. Io e tutti i brasiliani e le brasiliane colpitidal suo genio.”
João Bosco - 04/05/2020
https://www.facebook.com/oficialjoaobosco/posts/578204069492662/
Il 14 maggio 2020 Zelia Duncan, una grande cantante brasiliana, ha registrato e pubblicato sul suo canale ufficiale un video di grande enfasi dal titolo “Entre vida e morte, o direito de viver”, nel quale esprime il sentimento di profonda indignazione di molti artisti di fronte alla domanda della ministra della cultura: “Chi è Aldir Blanc?”. Con una retorica fantastica e con grande coerenza si rivolge alla segretaria della cultura, Regina Duarte, rispondendo alla sua domanda “Chi è Aldir Blanc?” e raccontando l’apporto gigantesco che Aldir ha dato alla musica brasiliana:
https://www.youtube.com/watch?v=YGQk5s67H4M
Il musicista, attore e fumettista Nando Motta rivela tutta la sua sensibilità rendendo omaggio al compositore con una vignettache illustra l’arrivo di Aldir Blanc in paradiso. E’ un evidente, a dir poco commovente rimando al meraviglioso brano “O Bêbado e a Equilibrista”:
“Henfil, vieni a vedere chi è arrivato!” |
Così, lasciata questa terra, Aldir Blanc si conferma simbolo vivo della lotta colta e intelligente contro l’ignoranza.
Woooowwww!!!! Post mais emocionante!!! Estou aqui em lágrimas!!! Pelo canto da Sara e o samba dos músicos, pelo texto excelente de Solla e Sabina, pelo texto do João Bosco (que eu já conhecia em português) pelo vídeo da Zélia e a charge do Nando Motta! Vocês me emocionam pela pesquisa séria, pela produção cultural, pela poesia e pelo justo protesto político!!! Grazie mille!!!
RispondiEliminaGrazie Mille Fernando per leggere e opoinare nel nostro blog.
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