Romaria
(Renato Teixeira)
É de sonho e de pó
O destino de um só
Feito eu perdido em pensamentos
Sobre o meu cavalo
É de laço e de nó
De gibeira ou jiló
Dessa vida cumprida a sol
Sou caipira, Pirapora
Nossa Senhora de Aparecida
Ilumina a mina escura
E funda o trem da minha vida
O meu pai foi peão, minha mãe solidão
Meus irmãos perderam-se na vida
A custa de aventuras
Descasei, joguei, investi, desisti
Se há sorte eu não sei, nunca vi
Sou caipira, Pirapora
Nossa Senhora de Aparecida
Ilumina a mina escura
E funda o trem da minha vida
Me disseram, porém, que eu viesse aqui
Pra pedir em romaria e prece
Paz nos desaventos
Como eu não sei rezar, só queria mostrar
Meu olhar, meu olhar, meu olhar
Sou caipira, Pirapora
Nossa Senhora de Aparecida
Ilumina a mina escura
E funda o trem da minha vida
Pellegrinaggio
È sogno e polvere
Il destino di un uomo solo
Come me perso nei pensieri
sul mio cavallo
È laccio, è nodo
Di gibeira (1) o jiló (2)
Di questa vita compiuta nel sole
Sou caipira, Pirapora
Nossa Senhora de Aparecida (3)
Illumina la miniera oscura
E fonda il treno della mia vita
Mio padre era un contadino, mia madre la solitudine
I miei fratelli si sono persi nella vita
cercando avventure
Ho lasciato (il mio amore), ho giocato, ho investito, ho desistito
Se esiste la fortuna non lo so, non l'ho mai vista
Ma mi hanno detto però di venire qui
Per chiedere in pellegrinaggio e in preghiera
la pace nelle mie disavventure (4)
Dato che non so pregare, volevo solo mostrare
Il mio sguardo, il mio sguardo, il mio sguardo
(1) Nodo “de gibeira” è un tipo di nodo per legare la sella al cavallo.
(2) Solanum aethiopicum: verdura tipica del Brasile, mangiata soprattutto dalle persone umili.
(3) Questa frase è intraducibile per rispetto alla cultura di un popolo. Caipira è contadino, abitante della campagna. Pirapora do Bom Jesus è un piccolo paese vicino a São Paulo da dove parte il pellegrinaggio verso Aparecida do Norte. Nostra Signora di Aparecida è la santa patrona del Brasile.
(4) La parola “desaventos” in portoghese non esiste, o non esisteva fino a questo momento. Un neologismo. Renato Teixeira pensava che la parola esistesse e l’ha inserita nella canzone, qui l’abbiamo tradotta come disavventure.
La devozione per Nossa Senhora de Aparecida, conosciuta in Italia come la Madonna dell’Immacolata Concezione, fu una delle tante cose che i colonizzatori portoghesi portarono in Brasile.
Nel 1717 il Brasile era diviso in Capitanerie Ereditarie (regioni che diventeranno poi i cosiddetti estados, ovvero stati federali) e il Capitano Pedro Miguel de Almeida Portugal e Vasconcelos, conte di Assumar e governante della Capitania de São Paulo e Minas de Ouro era di passaggio a Guaratinguetá, una piccola cittadina nella Vale do Paraiba, dove passa il fiume Paraiba do Sul. Storie raccontano che in occasione dell’arrivo del Capitano, i cittadini della zona andarono a pesca per preparare un banchetto degno. Sfortunatamente essi non pescarono alcun pesce ma soltanto
una piccola statua, prima il corpo e poi la testa. Essa rappresentava la Vergine Maria. Poco dopo i pescatori fecero un ultimo tentativo, gettarono le reti e stavolta pescarono così tanto pesce da poter sfamare tutti, dal governatore agli schiavi, una vera e propria pesca miracolosa. Questo fu il primo miracolo dopo l’apparizione di Maria, chiamata per questo Aparecida. Dopo questo avvenimento, i pescatori conservarono la statua nella loro casa e, successivamente, i figli vi costruirono una piccola cappella dove pregare. Un secondo miracolo vide rompersi la catena che uno schiavo di passaggio portava ai piedi. Un miracolo per i neri, a rappresentare l’abolizione dalla schiavitù. Aparecida non fa distinzioni, per questo anche molti poveri e molti neri ne sono devoti.
Dopo un primo santuario, per ospitare la statua ormai visitata in continuazione, venne poi costruita una grande basilica che, nel 1980, verrà consacrata da Giovanni Paolo II.
Romaria significa pellegrinaggio. I pellegrini, di solito a cavall, ma a volte anche in bicicletta o a piedi, partivano da Pirapora do Bom Jesus, un piccolo paese sessanta chilometri a ovest della gigantesca città di São Paulo per poi proseguire verso Taubaté, la città di Monteiro Lobato e Mazzaropi (simboli della cultura caipira brasiliana, il primo scrittore e il secondo attore). Quaranta chilometri dopo Taubatè, si arriva finalmente al Santuario di Nossa Senhora de Aparecida, dove i pellegrini possono incontrare la statua della Santa, mostrare la propria fede e devozione oppure semplicemente posare su essa il proprio sguardo.
La canzone Romaria, composta da Renato Teixeira, è una canzone semplice ma che è diventata un inno alla devozione per Nossa Senhora de Apareciada. È la canzone dei peregrini e dei fedeli che si recano alla Basilica di Aparecida do Norte. Renato Teixeira de Oliveira è un nome importante della musica brasiliana, uno dei grandi compositori brasiliani e (r)innovatore della musica caipira: la musica dei contadini brasiliani, del popolo della campagna che lavora con l'agricoltura e l’allevamento. Renato nasce a Santos, vive a Ubatuba e a soli 14 anni lascia la costa per trasferirsi a Taubaté, un paese della Vale do Paraiba che, trovandosi vicino ad Aparecida do Norte, era continuamente attraversato dai numerosi pellegrini. Nato in una famiglia di musicisti, dopo il suo arruolamento militare obbligatorio, Renato si trasferì a São Paulo con l'intenzione di vivere di musica. Il suo primo lavoro fu in un’agenzia di jingles pubblicitari.
Un giorno, seduto da solo sul pavimento di casa, Renato iniziò a ricordare le emozioni che sentiva al vedere i pellegrini passare a Taubaté, la sua fede, la sua speranza e la sua gratitudine. Compose così Romaria. Dovette però aspettare tre anni per trovare qualcuno che la registrasse. Al tempo infatti, la musica caipira non era appetibile per le grandi etichette discografiche. Dopo aver registrato la canzone in diversi nastri K7, Renato iniziò a visitare tutti i discografici di São Paulo e Rio de Janeiro senza avere riscontri positivi fino a quando, un giorno del 1977, il suo telefono squillò. Dall’altra parte una voce femminile: “Sono Elis Regina, vorrei parlare con Renato Teixeira, vorrei registrare Romaria.” Da questo giorno la vita e la carriera di Renato Teixeira cambiarono velocemente. Grazie alla voce della più grande cantante brasiliana di tutti i tempi, la sua canzone diventò un enorme successo, arrivando a tutte le radio del Brasile. Un giorno, Renato uscendo dal suo appartamento per prendere un caffè, vide un passante fischiettare Romaria mentre passeggiava. La sua prima reazione fu di spavento, quasi un po’ arrabbiato pensò: “Ma chi è che passa fischiettando la mia musica!” per poi realizzare che Romaria in realtà non era più sua. La canzone ormai apparteneva a un'intera nazione, a un popolo. Un patrimonio culturale dei brasiliani. Nella sua ultima intervista in TV, Elis Regina, ridendo, disse che Romaria cambiò la vita di Renato anche in un altro modo: “Renato costruì i muri della sua casa grazie a Romaria, in attesa di registrare un'altra canzone per costruirne il tetto.” Romaria ebbe inoltre una grande importanza nella musica caipira perché riuscì a portare questo genere musicale a un livello più alto aprendo le porte anche ad altri cantanti.
In alcune occasioni Renato Teixera ebbe l’opportunità di aprire i concerti di Luiz Gonzaga (forse il cantante più popolare del Brasile, autore di Asa Branca, una delle canzoni più famose tra i brasiliani) cantando come ultima canzone Romaria, con una grande partecipazione del pubblico. In una di queste occasioni egli, scendendo dal palco, incontrò Luiz Gonzaga che, prima di iniziare il proprio concerto gli disse: “Hai cantato la tua Asa Branca, Sr. Teixeira. Tra trent’anni tu capirai ciò che ti ho detto e fammi un favore: cantala sempre come fosse la prima volta.”
Innumerevoli sono le storie e le leggende su questo brano, così come tantissime sono anche le sue diverse versioni. Romaria è infatti uno dei pezzi più reinterpretati della musica brasiliana. Sono più di cento i cantanti che ne hanno dato una propria versione. Leon Gieco, importante cantante argentino, ha ad esempio cantato la famosa versione in spagnolo. Per Renato Teixeira, una delle versioni più importanti di Romaria fu però quella di Maria Rita, durante un concerto in omaggio a sua madre Elis Regina. Quando Elis Regina registrò la canzone nel 1977, Maria Rita ancora non era nata (Elis all’epoca era incinta di sette mesi) mentre aveva solo quattro anni quando Elis morì il 19 gennaio di 1982. Anche Maria Rita diventa una grande cantante ma, nella sua carriera , non aveva mai cantato canzoni di sua madre prima del 2012, quando per un concerto-tributo cantò solo brani famosi di Elis Regina. Al momento di Romaria, Maria Rita, non riuscì a finire la canzone per l’emozione ma le sessantamila persone del pubblico le vennero in soccorso cantando con lei. Maria Rita dichiara: “È una canzone che mi commuove molto e che tocca il mio difficile rapporto con la fede: ho sempre avuto molte domande e non riesco a comprendere un Dio che toglie una madre a una bambina. Questa canzone tuttavia mi avvicina alla fede e a mia madre.”
Durante il suo viaggio in Brasile, il 4 luglio 1980, Papa Giovanni Paolo II visita anche Aparecida do Norte per consacrare la Basilica di Aparecida come la Cattedrale del Brasile. Le sue prime parole al pubblico quel giorno sono state: “Viva a mãe de Deus e nossa mãe” (Viva la madre di Dio e nostra madre) per poi assistere alla versione di Romaria cantata da un coro di 300 mila voci.
Nossa Senhora de Aparecida è quindi il simbolo più importante della fede dei brasiliani. Nossa Senhora è la Santa nera, è il volto del Brasile. Romaria non è solo una canzone, è soprattutto una preghiera.