Minas Gerais è uno stato brasiliano. La sua geografia, densa di alture collinari e montuose, svela città nelle quali l’arte barocca conserva tracce significative. Minas è il più grande produttore di caffè in Brasile. L'odore della bevanda riflette la poesia della sua gente. Minas è sempre arte. Da Minas proviene la poesia di Carlos Drummond de Andrade, certamente il più grande poeta brasiliano. Da Minas proviene la prosa di João Guimarães Rosa, il più grande romanziere latinoamericano. Da Minas giunge la musica del Clube da Esquina (letteralmente “Circolo dell’Angolo”), un punto della città di Belo Horizonte, capitale mineira (di Minas Gerais), nel quale giovani talenti si riunivano per comporre musica che somma la poesia all’incanto e che, come l'odore del caffè, porta all’esaltazione.
Milton Nascimento e Fernando Brandt sono frutto del Clube da Esquina. Fu in questo spazio che nacque Maria, Maria. La canzone trae ispirazione dalla vita reale e racconta la storia di Maria che, madre di tre figli, vive accanto ai binari della ferrovia in una baracca che emana povertà e miseria da ogni angolo. Nonostante le avversità, Maria non si abbatte e lotta con tutte le sue forze per dare ai suoi figli la possibilità di studiare e avere successo nella vita. Maria non da tregua allo sconforto.
Questo brano rappresenta molto più di una semplice storia. È il disegno logico di tutte le marie del mondo. Le donne forti, guerriere e in quanto tali eterne, ciascuna nella propria missione. Maria, Maria è un dono, recita uno dei suoi versi. Il dono di chi resta imperturbabile di fronte alle pietre, agli abissi e ai serpenti mortali. Maria, Maria è la dose più forte e lenta, di chi ride quando deve piangere e non vive, resiste appena. Dove ci sarà la madre, Maria, e la sua lotta quotidiana per mantenere vive la speranza e la vittoria, ci sarà Maria, Maria, benedetta sei tu fra le donne.
Testo di Sérgio Degrande Júnior
Traduzione di Sabina Samba e Josi Solla (Sem Confini)
sono della scuola, per favore non mettere mano (non prenderli per te)
Ti ricordi molto bene
All’altro carnevale
Tu hai pianto perché non ha potuto sfilare
La “fantasia” che ti ho mandato a comprare
Non era pronta perché i soldi
Che io ti avevo dato per cucirla
Tu... um, um
Non lo dirò nemmeno
Per non metterti in imbarazzo
“Fantasia” è l’abito indossato dai ballerini durane il carnevale. (ndr)
Gilberto Gil è Bahiano nato a Salvador nel 1942; suo padre era un medico e la madre una maestra della scuola primaria.
Gil ha sempre detto: “Bahia é stata la regione dei neri dottori”, perché in questa regione, dopo la fine della schiavitù nel secolo XIX, i neri hanno avuto più opportunità di svilupparsi economicamente. Per questo, ha conseguito un ottimo percorso di istruzione, studiando giurisprudenza presso l’Università Federale di Salvador.
All’età di 10 anni, la mamma gli regalò una fisarmonica e, grazie ad essa, comprese di avere passione per la musica, perciò iniziò a studiare nella scuola di musica di Salvador.
Con la fisarmonica, suonava le canzoni di Luiz Gonzada, il re del baião, la sua prima grande ispirazione.
In università, conobbe la musica di Dorival Caymmi, i testi del quale, delicati e poetici, diventarono fonte di grande ispirazione per le sue composizioni future. Sempre in università Gil conobbe Caetano Veloso che diventò subito un suo grande amico e partner in numerosi brani, e lo è tutt’ora.
Alla fine degli anni ‘60, insieme a Caetano Veloso, Tom Zé, Rogerio Drupat, Mutantes, Gal Costa, Maria Bethania e Torquato Neto, Gilberto Gil ha fondato il movimento “Tropicalismo”, che mescola le musiche di radici brasiliane con la musica straniera dei Beatles, per esempio, e dei gruppi rock del Summer 68.
La sua produttività musicale è stata attiva fino ad oggi, essendo egli un compositore da centinaia di pezzi che sono conosciuti in tutto il Brasile, ma anche all’estero. L’originalità è sempre stata presente nelle sue opere. La poesia concreta è esplicita nei suoi testi. L’armonia complessa dei suoi pezzi è letteralmente surreale e unica. Ci sono accordi che Gil ha composto, che si possono trovare solo nelle sue musiche. Il brano “Mancada” ne è un bellissimo esempio.
Gilberto Gil si impegna anche nella politica. Nel 1987 è stato assessore della Cultura della città di Salvador, a Bahia. Sostenitore del Partito Verde, Gil é stato Ministro della Cultura del Brasile dal 2003 al 2008. Come ministro della cultura ha organizzato un concerto storico nella UN General Assembly, in onore delle vittime dell’attentato alla sede della UN di Bagdad. Quel giorno, era il 2003, ha concluso il concerto con il brano “Toda memina baiana” con il segretario generale Kofi Annan che ha suonato le percussioni.
Il brano “Mancada” è presente, per la prima volta, nell’album “Louvação” di Gilberto Gil del 1967.Nel 1979 è presente nella scaletta di Elis Regina durante le sue rappresentazioni nel Festival di Montreux, in Svizzera. Il brano è stato registrata dal vivo al Montreux Jazz Festival, ed ora si trova nell’album di Elis Regina.Nel 2007 Beth Carvalho registra “Mancada” nel suo album live “Beth Carvalho canta o samba da Bahia”.
Il testo è una bella cronaca sulle abitudini dei poveri sambisti che risparmiano i soldi per tutto l’anno per comprare la “fantasia” e gli strumenti musicali necessari per la sfilata del carnevale. Lui ha dato a lei i soldi per comprare il tamburello, però è preoccupato e attento: i soldi non sono suoi, ma della scuola di samba. Egli ricorda molto bene che l’anno precedente lei non era riuscita a sfilare poiché i soldi che lui la aveva dato per comprare la “fantasia”... sapete cosa ne ha fatto?
Questo blog non lo racconterà per non mettere in imbarazzo la sambista.
Que só quando cruzo a Ipiranga e a Avenida São João
É que quando eu cheguei por aqui eu nada entendi
Da dura poesia concreta de tuas esquinas
Da deselegância discreta de tuas meninas
Ainda não havia para mim Rita Lee, a tua mais completa tradução
Alguma coisa acontece no meu coração
Que só quando cruzo a Ipiranga e a Avenida São João
Quando eu te encarei frente a frente não vi o meu rosto
Chamei de mau gosto o que vi de mau gosto, mau gosto
É que Narciso acha feio o que não é espelho
E à mente apavora o que ainda não é mesmo velho
Nada do que não era antes quando não somos mutantes
E foste um difícil começo afasto o que não conheço
e quem vem de outro sonho feliz de cidade
Aprende de pressa a chamar-te de realidade
Porque és o avesso do avesso, do avesso, do avesso
Do povo oprimido nas filas nas vilas, favelas
Da força da grana que ergue e destrói coisas belas
Da feia fumaça que sobe apagando as estrelas
Eu vejo surgir teus poetas de campos e espaços
Tuas oficinas de florestas teus deuses da chuva
Panaméricas de Áfricas utópicas túmulo do samba
Mais possível novo quilombo de Zumbi
E os novos baianos passeiam na tua garoa
E novos baianos te podem curtir numa boa
Sampa
Qualcosa accade nel mio cuore
Che solo quando attraverso il viale Ipiranga e il viale São João ...
È che quando sono arrivato qui non ho capito niente
Della dura poesia concreta dei tuoi angoli
Della discreta ineleganza delle tue ragazze
Non esisteva ancora per me Rita Lee, la tua più completa traduzione
Qualcosa accade nel mio cuore
Che solo quando attraverso il viale Ipiranga e il viale São João
Quando ti ho affrontato faccia a faccia non ho visto il mio volto
Ho chiamato di cattivo gusto ciò che ho visto di cattivo gusto, cattivo gusto
È che Narciso crede brutto ciò che non è specchio
La mente è spaventata da ciò non è ancora propriamente vecchio.
Niente di ciò che non era prima che fossimo mutanti
E fosti un difficile inizio, respingo ciò che non conosco
e chi viene da un altro sogno felice di città
Impara in fretta a definirti realtà
Perché sei il rovescio del rovescio, del rovescio, del rovescio
Dalla gente oppressa nelle file, nelle case operaie, nelle favelas
Dallaforza del denaro che erge e distrugge cose belle
Dalfumo torbido che sale spegnendo le stelle
Vedo emergere i tuoi poeti dicampi e spazi
Le tue officine di foreste i tuoi dei della pioggia
Panaméricas de Áfricas utópicas túmulo do samba
Mais possível novo quilombo de Zumbi *
E i nuovi bahiani passeggiano sotto la tua pioggerella
E nuovi bahiani possono godere di te
* ci asteniamo dal tradurre questo verso per rispetto della poesia e della bellezza della lingua portoghese. I “Quilombo” erano piccoli villaggi, rifugio di schiavi fuggiti nella foresta; il più noto è il quilombo capitanato da Zumbí, ex schiavo nero (ndr).
Era il gennaio del 1978. L’ emittente televisiva Bandeirantes, situata in San Paolo, stava registrando un programma dedicato al cantautore Caetano Veloso. Con l’occasione venne chiesto a Veloso di commentare il 424° anniversario della fondazione della città, che ricorreva il 25 gennaio dello stesso anno. Baiano di nascita, Caetano viveva a Rio de Janeiro ma negli anni ’60 aveva abitato a San Paolo.
Caetano si mise subito a lavorare alla redazione di una dichiarazione che finì per prendere la forma di una canzone. Le immagini e i riferimenti presenti in Sampa sono molteplici e variopinte come la città alla quale si rende omaggio.
Il titolo è un’abbreviazione del nome della città in Sampa, che è molto simile alla parola “samba”. In risposta alla pessima accoglienza che Vinicius de Moraes ricevette dal pubblico di un club di San Paolo durante un suo concerto di bossa nova, il poeta definì la città come túmulo do samba, “tomba del samba”. L’espressione non rende giustizia ai numerosi sambisti di rilievo provenienti da San Paolo, come Adoniran Barbosa, cultore del più tipico samba paulistano, o il suo fervido seguace, lo scienziato Paulo Vanzolini autore del tragico samba-canção Ronda. Il finale della melodia di questo brano (“cena di sangue in un bar di Avenida São João”) è riprodotto fedelmente dalla chitarra nell’introduzione di Sampa.
Caetano aveva abitato all’incrocio tra la Avenida São Luiz e la Avenida Ipiranga. Nella prima strofa (“alguma coisa acontece no meu coração que só quando cruza a Ipiranga e a Avenida São João”) “Qualcosa accade nel mio cuore / Che solo quando attraverso il viale Ipiranga e il viale São João …” Veloso menziona la Avenida São João da Ronda di Vanzolini e la Avenida Ipiranga, così da creare un legame tra la città a lui straniera e la propria relazione poetica con lo spazio vissuto. Da questo nodo si dipana una sequenza di riferimenti e immagini poetiche.
Il giovane Veloso rivela il suo iniziale straniamento (”foste um difícil começo”). Bahia e Rio de Janeiro con le loro bellezze naturali ed esuberanti sono i suoi punti di riferimento, città completamente diverse da San Paolo (“é que narciso acha feio o que não é espelho”). Il testo non manca di evidenziare le profonde diseguaglianze sociali (“povo oprimido nas filas, nas vilas, favelas”), l’inquinamento(“da feia fumaça que sobe apagando as estrelas”), la speculazione edilizia (“da força da grana que ergue e destrói coisas belas”), problematiche caratterizzanti la metropoli paulista, eppure proprio a San Paolo Caetano Veloso si diresse negli effervescenti anni ’60 per dare il suo contributo alla storia della musica brasiliana e delle arti di quel periodo.
Nel 1967 Caetano è tra i protagonisti del Tropicalismo, movimento convogliante tendenze e influenze nazionali e internazionali – per lo più in ambito musicale, ma in generale in campo artistico – in un calderone di cultura, influenzato soprattutto dal poeta paulistano Oswald de Andrade e dalla sua Antropofagia Cultural. Oltre al Modernismo brasiliano, a San Paolo Caetano conobbe e riconobbe in Sampa vari nomi di una Letteratura pulsante. La “poesia concreta” dei fratelli Haroldo e Augusto Campos, che insieme a Décio Pignatari costituivano il trio del concretismo (“teus poetas de campos e espaços”); il poeta José Agripino de Paula, autore del libro PanAmérica (“panaméricas de áfricas utópicas”); Jorge Mautner, autore del libro Deus da chuva e da morte (“teus deuses da chuva”).
Sampa menziona inoltre giovani che sorsero contemporaneamente a Caetano, come il gruppo paulistano Os Mutantes (“nada do que não era antes quando não somos mutantes”). La più completa traduzione della città è la cantate Rita Lee, astro dei Mutantes, che ebbe poi una carriera di successo da solista. Nel finale la canzone saluta un altro gruppo di giovani amatissimi negli anni ’70, Os Novos Baianos, che poterono percorrere il cammino già aperto da Caetano (“e os novos baianos passeiam na tua garoa e novos baianos te podem curtir numa boa”).