BrèSamba - João e Maria
João e Maria
(Chico Buarque de Hollanda e Sivuca)
Agora eu era o herói
E o meu cavalo só falava inglês
A noiva do cowboy
Era você, além das outras três
Eu enfrentava os batalhões
Os alemães e seus canhões
Guardava o meu bodoque
E ensaiava um rock
Para as matinês
Agora eu era o rei
Era o bedel e era também juiz
E pela minha lei
A gente era obrigada a ser feliz
E você era a princesa
Que eu fiz coroar
E era tão linda de se admirar
Que andava nua pelo meu país
Não não fuja não
Finja que agora eu era o seu brinquedo
Eu era o seu pião
O seu bicho preferido
Sim me dê a mão
A gente agora já não tinha medo
No tempo da maldade
Acho que a gente nem tinha nascido
Agora era fatal
Que o faz-de-conta terminasse assim
Pra lá deste quintal
Era uma noite que não tem mais fim
Pois você sumiu no mundo
Sem me avisar
E agora eu era um louco a perguntar
O que é que a vida vai fazer de mim
João e Maria
Ora io ero l'eroe
E il mio cavallo parlava solo inglese
La sposa del cowboy
Eri tu, oltre le altre tre
io affrontavo i battaglioni
I tedeschi e i loro cannoni
Mettevo da parte la mia fionda
E mi allenavo con il rock per le matines
Ora io ero il re
Ero il bidello ed ero anche il giudice
E secondo la mia legge
Noi eravamo obbligati ad essere felici
E tu eri la principessa
Che ho fatto incoronare
Ed eri così bella da ammirare
Che camminavi nuda per il mio paese
No, non scappare
Fai finta che io ero il tuo giocattolo
Ero la tua trottola
Il tuo animale preferito
Sì, dammi la mano
Noi adesso non avevamo più paura
Nel tempo della cattiveria
Penso che non eravamo neanche nati
Ora era inevitabile
Che il fantasticare è finito così
Oltre questo cortile
Era una notte che non ha più fine
Perché tu sei scomparsa nel mondo
Senza avvisarmi
Adesso impazzisco chiedendomi
Cosa farà la vita di me?
Figlio del grande storico e critico letterario Sérgio Buarque de Holanda, Chico Buarque ha sempre avuto le lettere e la letteratura come compagnia. A 22 anni ha registrato il suo primo album e in esso è inserito il suo primo successo "A banda", musica con la quale ha vinto il Festival MPB nel 1966.
Dopo il suo ritorno dall'Italia, dove si rifugiò, da esiliato, durante la dittatura militare in Brasile, incontrò molte difficoltà a registrare nuove canzoni: se queste riportavano il nome “Chico” come compositore, venivano censurate. Si dedicò, quindi, alla composizione di colonne sonore per film e musical. Entrò, inoltre, nel mondo dei bambini traducendo in portoghese lo spettacolo "I Musicanti" dell'italiano Sergio Bardotti e dell'argentino Luis Enriquez Bacalov, che diventò uno dei più grandi successi del teatro brasiliano per bambini con il titolo di “Os saltimbancos”.
Fu in quel momento che, circondato dal mondo dell’infanzia, il musicista brasiliano Sivuca gli presentò una sua melodia che aveva composto nel 1947. Chico, si rese conto che all'epoca della composizione del brano, lui aveva 3 anni.
La somma di tutte queste coincidenze: la data della canzone composta quando lui era solo un bambino, e il suo attuale coinvolgimento nello spettacolo per bambini, ed inoltre, il fatto che sua figlia Silvia, (nata a Roma durante l'esilio del padre) in quel momento avesse sette anni, tutte queste ragioni insieme, erano sufficienti per dare vita ad un classico della musica brasiliana.
Nasce così “João e Maria”, una canzone in cui i bambini parlano mentre fantasticano nel mondo dell’immaginazione, dove anche il verbo coniugato in modo errato diventa poetico nelle mani di Chico: in fondo per i bambini, "agora eu era" (adesso ero), è la frase con cui chi parla per primo diventa ciò che vuole essere.
Inizialmente registrata da Nara Leão nel 1977 sul disco “Os meus amigos são um barato”, con la partecipazione di Chico e Sivuca, la canzone ebbe molto successo, essendo anche colonna sonora di una fiction.
Qualcuno in questo brano, legge una velata critica al momento politico vissuto dal Brasile di quell’epoca, ma Chico Buarque non vive solo di politica, dopotutto, nella sua musica era una volta una donna, una volta un uomo e perché no, ora anche un bambino. Dove alcuni vedono una critica, io vedo una bellissima canzone di Chico, e Chico se ne intende veramente.
Testo di Cristhiano Lelé (Canal Chiado)
Traduzione di Barbarella Happi e Josi Solla (Sem Confini)
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